Quanti grandi personaggi ci ha regalato la Disney. Paperino, Topolino, Pippo... dotati di un carisma che protagonisti di opere ben più celebrate si sognano la notte. Sfortunatamente tale patrimonio di personaggi è stato, nel corso degli anni, almeno su carta sfruttato sempre nello stesso modo. Brevi storie di una ventina di pagine, autoconclusive, impostate sullo stesso rigido schema e - questo è il limite più importante - rigorosamente rivolte a un pubblico di giovanissimi.
Ebbene, nel 1996 un branco di coraggiosi - altresì noti come PK-Team - si propone di cambiare lo stato delle cose, azzardando un esperimento innovativo: rendere Paperinik il protagonista di una serie tutta per se', impostata però sul modello dei comics americani!
I primi tre albi - usati dalla Disney a scopo di sondare le acque in termini di potenziale successo della serie (come suggerisce la numerazione anomala: "zero barra uno", "zero barra due", "zero barra tre") - gettano le basi per quella che sarà considerata, insieme a Mickey Mouse Mystery Magazine, la serie più bella prodotta dalla Disney Italiana; il taglio con l'universo descritto in Topolino è netto e bruciante e si intuisce già dalla rappresentazione di Paperopoli, che dalla ridente cittadina di villette a schiera cui eravamo abituati diventa ora una metropoli caotica e futuristica.
Gli stessi legami di parentela e amicizia che vigevano nelle avventure precedenti vengono solamente accennati di tanto in tanto quando non abbandonati del tutto: per il resto l'universo di PKNA è totalmente nuovo, e propone una serie di nuovi alleati - impossibile qui non citare l'intelligenza artificiale Uno, una delle spalle più azzeccate nella storia del fumetto, a mio giudizio - e nuovi nemici finalmente adatti ad un fumetto sui supereroi "serio": i terribili evroniani, perfidi alieni il cui unico obiettivo è conquistare e distruggere al grido di "potere e potenza!" forse non brilleranno per l'originalità nello scegliersi gli obiettivi, ma il rigido schema "imperiale" secondo cui si sviluppa la loro società e il modo in cui si nutrono - assorbendo le emozioni dalle loro vittime - sono sicuramente degni di nota.
Inoltre, se la maturità viene raggiunta chiaramente nella forma - con albi grandi come quelli dei comics americani, sceneggiati, disegnati e colorati in maniera assolutamente superba - e nello sviluppo della storia, finalmente dotata di una sua continuity, essa si nota anche nei contenuti. Per l'appunto gli evroniani - che costituiscono la minaccia principale della serie - non sono certo dei pezzi di pane e hanno già sterminato interi pianeti - e scusate se è poco per una casa conservatrice come la Disney! - ed anche i temi affrontati potrebbero persino portare a riflettere: il rapporto tra uomo e macchina (la migliore amica di Paperino/Pikappa è un droide); il conflitto tra ciò che è logico e ciò che è giusto; il coraggio di affrontare le proprie paure.
Insomma, un fumetto che oltre ad essere una godibilissima serie sotto ogni punto di vista, con battute esilaranti (anche nell'indimenticato angolo della posta, forse il più demenziale che abbia mai visto!), personaggi memorabili e un'atmosfera invidiabile, ha rappresentato anche una piccola rivoluzione che ha permesso ad una serie come Mickey Mouse Mystery Magazine - che osava oltrepassare i limiti che a PKNA non era stato concesso superare - di vedere la luce.
Sfortunatamente dopo soli 4 anni e 50 numeri il fumetto si concluderà per poi essere ripreso in malo modo con due serie giudicate dalla critica - e da me, per quello che ho letto - come semplice monnezza. Poco male: PK è storia e niente potrà mai infangare la sua gloria!
P.S. Ai debaseriani che volessero passare solo per lasciare un doppio uno dedico una citazione del mitico PK-Team, nonchè tormentone per tutto l'arco della serie: "poche ragazze da quelle parti?"
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