Ci sono gruppi che sanno come non sbagliare mai, che sanno bene chi sono e cosa vogliono fare.

I Placebo sono uno di questi.

Il 2008 e il 2009 sono due annate discografiche che continuano a deludere. I gruppi ormai affermati stancano e deludono.

I Placebo con "Meds" hanno saputo azzecarci di nuovo. Era un album compatto maturo e ogni canzone tranquillamente poteva essere un singolo radiofonico (togliamo "space monkeys").

Il gruppo di Brian Molko è proprio questo: complicato e semplice; ha capito qual è la formula per non sbagliare mai ma purtroppo anche per non eccedere più come in "Without you i'm nothing".

E così arriva nel 2009 "Battle for the sun" e la formula Placebo funziona ancora ma non eccede di nuovo.

Si parte con "kitty litter" e subito la si accosta alle canzoni del primo omonimo album, bella davvero ma sorge spontanea la domanda:"e l'elettronica usata in "Meds" e "Sleeping with ghost"!?".

In "Battle for the sun" questo non c'è se non in rari episodi ("Julien", "Devil in the details" e "For what it's worth"); qui si torna al quel post punk-grunge degli inizi aggiungendo un tocco di epicità grazie a violini cori ecc ecc.

Manca il gran pezzo al quale i placebo ci hanno sempre abituato in ogni loro album, manca la ballata dark che li ha fatti diventare quello che sono oggi ma non si può negare che questo disco anche stavolta convinca. I Placebo sono furbi, non esagerano e rimangono coerenti con la loro musica (vedi i Coldplay, i Keane, i Travis che purtroppo sono caduti nell'errore) e da qui nascono le perle di questo disco: "The never ending why", "Battle for the sun", "come undone", e la gia nominata "kitty littler").

Ma questo disco non rimmarà nei fan e non ne conquisterà dei nuovi. 

Infine questo è un ottimo lavoro, maturo, compatto e che si ascolterà più di una volta ma non mi rimane che dire che "Battle for the sun" sia l'album più brutto dei Placebo.

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