Il 2016 è un anno molto importante per i Placebo.
Venti anni fa, infatti, la band britannica debuttava con un ottimo lp d’esordio, quel “Placebo” che ha dato il via ad una carriera che, tra alti e bassi, ha portato Brian Molko e soci a diventare un solido punto di riferimento nel panorama pop rock attuale.
Ventennale che viene festeggiato (ovviamente) con un nuovo tour, ma anche con due nuove uscite discografiche: assieme ad un doppio best celebrativo, battezzato “A Place For Us To Dream”, arriva anche questo nuovo “Life’s What You Make It”, ep contenente sei tracce (due cover, due versioni live e due inediti assoluti).
Il singolo “Jesus Son” funge anche da pezzo di lancio per il sopracitato best of, ed è un pezzo perfettamente in linea con l’ultima produzione Placebo: arricchito da un particolare video girato in Sardegna, è un pop rock vivace e molto melodico, con dei bei passaggi di batteria nel finale che mettono in mostra il buon estro del nuovo arrivato dietro le pelli Matt Lunn (ex Colour Of Fire). L’opener e titletrack è una bella cover dei Talk Talk : sicuramente non batte l’originale, ma è un buon rifacimento costruito attorno alla sempre splendida voce di Molko, che contribuisce a renderla meno energica nella sessione ritmica ma più accessibile ed espressiva.
“Autoluminescent” (l’originale è di Rowland S. Howard), molto più cupa e claustrofobica, col suo opaco minimalismo riprende certi episodi passati dei Placebo tipo “Space Monkey” e “Something Rotten”.
“Song #6”, l’altro inedito, è la vera sorpresa dell’ep: l’augurio è che sia una fedele indicazione della fresca direzione intrapresa dalla band in previsione di un nuovo disco di inediti, in quanto fonde brillantemente le due anime messe in mostra finora dal trio britannico (quella più alt rock degli esordi e quella più melodica delle ultime produzioni), aggiustando il tiro con una gradevole spolverata elettronica ed una bellissima progressione elettrica nel finale. Un pezzo davvero notevole, forse sprecato per un semplice ep ma ovviamente benvenuto.
Completano il nuovo lavoro due versioni live della fondamentale “Twenty Years” (in origine singolo inedito per la vecchia raccolta “Once More With Feeling” del 2005): la prima è una sorprendente versione più veloce e rockeggiante (probabilmente è come sarebbe uscita già allora se i Placebo non avessero avuto, in quel periodo, desiderio di virare il proprio sound verso una svolta elettronica, desiderio naufragato con “Meds” del 2006 che segnò un ritorno ad un chitarrismo più minimalista). La seconda mette in mostra un semplice arrangiamento piano e voce, un goal a porta vuota per i virtuosi vocalizzi del leader Molko.
In definitiva un buon ep, un delizioso antipasto di quello che verrà, sperando che la splendida “Song #6” sia un viatico fedele delle prossime avventure dei Placebo.
Brano migliore: Song #6
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