Brian Molko prima dell'uscita del disco disse che i Placebo sarebbero tornati alle origini, mettendo da parte l'elettronica e puntando nettamente sulla semplicità (chitarra elettrica/basso/batteria). Dopo aver ascoltato il disco si capisce subito che la dichiarazione del leader della band sia stata solo una mezza verità.
Rispetto a "Sleeping with ghosts " l'uso dell'elettronica è stato sicuramente molto ridimensionato ma non eliminato del tutto, in quanto presente in quasi tutte le canzoni, chi più chi meno. D'altra parte è anche vero che i Placebo hanno scelto di essere più semplici e di non ricercare sounds alternativi creando così il loro disco più maturo, accostando l'elettronica all'indie rock in modo proporzionale. L'album si apre con "Meds", cantata assieme a VV dei The Kills; il riff di chitarra iniziale è simile a quello di "Every you and every me" ma la canzone cambia presto diventando un duetto che gioca sul filo dell'ossessione, 2 minuti (pochini) molto potenti e spiazzanti, in cui il ritornello " Baby , did you forget to take your meds ? " diventa ossessivo e ti entra nella testa. Si passa poi ad "Infra Red", canzone dal testo dark ma abbastanza banale e sempliciotto, accompagnato però da una musica trascinante e molto potente. Anche qui possiamo trovare la marcatura forzata sulla follia e sull'ossessione : " Someone call the ambulance , ther's gona be an incident ".
"Drag" è sicuramente la canzone più placebiana classica dell'intero album; la malinconia e la tristezza che i Placebo volevano trasmetterci con questa canzone sanno molto di minestra riscaldata che vorrebbe ammiccare alle origini del gruppo ma che perde molto paragonata alle altre canzoni dell'album. La stessa cosa vale per canzoni come "Follow the cops back home" e "Because want you", le quali sono esplicitamente rivolte al passato della band, ma risultano le più deboli. "Space Monkey" è invece una canzone innovativa per i Placebo; dal testo enigmatico al sound malato ma coinvolgente e quasi ipnotico, questa canzone merita davvero di essere ricordata come una delle operazioni migliori dei Placebo. "Post Blue" e "Blind" scorrono leggere e sono entrambe godibilissime, mentre subito dopo troviamo una canzone d'amore bellissima qual'è "Pierrot the clown". Canzone raffinata e rabbiosa allo stesso tempo, grazie alla bella voce di Molko resta uno dei migliori pezzi dell'album. "Broken Promise" delude un pò le aspettative visto il duetto con Michael Stipe (leader dei R.E.M.) ma non è di certo una canzone mal riuscita, semplicemente è una normale canzone dei Placebo con l'aggiunta della voce di Stipe , perlaltro soffocata da quella più esuberante di Molko.
In "One of a kind" si ha un un inizio molto curioso per poi passare ad una canzone che predilige molto il ruolo del basso, risultando orecchiabile e "preziosa". L'album si chiude con due ottime canzoni, quali sono "In a cold light of morning", omaggio a Leonard Choen molto molto bello, una ninnananna narcotizzata inquietante dal sound molto diverso da quello di Molko e co; a mio avviso è una canzone che merita davvero. "Song to say goodbye" è il singolo che ormai tutti conosciamo , e che anche non essendo rock trasmette la disperazione del testo (stupendo) e chiudendo l'album in maniera elegante ma specialmente con un arrivederci.
In sintesi, questo "Meds" è davvero un ottimo album tramite cui i Placebo hanno saputo migliorare la loro musica ancora una volta, anche se sono presenti ancora alcune pecche. Se questa band continuerà su questa via, maturando volta per volta il loro sound, potremmo avere una delle migliori rock band degli ultimi anni (anche se già lo sono) e sicuramente potranno riservarsi un posto d'onore nel teatro della musica rock .
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