-A parte tutto, la musica italiana è proprio uno schifo; cioè noi abbiamo Gigi d'Alessio e loro i Muse- fa Adri, un po' auto-convincendosi di aver ragione.
-Dipende da cosa ascolti, bello mio,- gli faccio io -posso tranquillamente far passare per una stronzata quello che hai appena detto-. Quando si parla di musica divento orribilmente presuntuoso, ma è divertente.
-Beh, chi è che abbiamo noi? I Finley?- fa di nuovo lui, sempre più sicuro-.
- Dimentichi Afterhours, Tre Allegri Ragazzi Morti, Marta sui Tubi...- gli dico io. Su "Marta sui Tubi" fa una faccia strana e mi risponde con un "Che cazzo vuol dire?". Io chiudo un occhio, fingo di non aver sentito. -E poi ci sono i Plan de Fuga...- aggiungo.
A proposito, i Plan De Fuga erano stati una piacevolissima sorpresa di qualche mese prima e mi erano stati consigliati da un amico che li aveva visti all'Heineken. Dopo aver sentito "Twice" e "Never A Need" avevo deciso di comprarmi il cd "In A Minute".
Questa non è solo una recensione, è anche una dichiarazione d'amore:
L'album inizia con "In A Minute", title track, è una specie di intro-sintesi dell'album. Tra una canzone e l'altra la voce di Filippo De Paoli avanza come una serpe: a tratti scivola, lenta, poi scatta, fende e affetta l'aria. Filippo sibila e urla, lasciando che siano le emozioni a guidare le sue calde corde vocali; ne escono melodie a volte sinuose e danzanti (vedi "Violaine"), a volte crude, come nel ritornello della bellissima "Never A Need" con quel "Come undone...", un pugno nello stomaco e un buon cioccolatino, perché fa male sì, ma il senso di vuoto che il pugno ti lascia è una caramella da gustare.
"Twice" e "Your Side" sono i due singoli che a inconfondibili falcate stanno lasciando le loro impronte su Virgin Radio, che di questi tempi passa sempre più volentieri. Ed effettivamente radiofoniche lo sono, ma nel senso buono della parola (se un senso buono esiste, ditemelo voi; a me piacciono, e parecchio!). Sono un po' il marchio di fabbrica della band, per originalità e orecchiabilità: se volete conoscere i Plan De Fuga, sono quelli di "Twice".
"Decadance" e "Blame" sono originali, diciamo pure speciali, la prima per il ritmo funk, la seconda per quel riff, acido, quasi sintetico, breve ma efficace. In entrambe è in ogni caso il basso a dipingere magnifiche linee, qui balzellanti, là martellanti, protagonista inaspettato.
Tutto cambia in "Never A Need", è oscura, è macabra nelle strofe, dove Filippo dà il meglio di sé, aiutato dagli echi eterei, è cattiva, è terribilmente dura, nel ritornello. Ma la perla è "Violaine", e vengono i brividi quando il rullante annuncia il ritornello, lento nel suo incedere. Nel corso del brano si alternano la dolce melodia al pianoforte e la voce, sempre più sognante. La musica si ferma e riprende, con classe, gli stacchi sono così azzeccati che passerebbero inosservati non fosse per la melodia di Filippo, che con i suoi "my petite" riesce ad insinuarsi e scava, graffia il cuore.
Poi finisce, lievemente, lasciandoti un po' di rabbia e un po' di dolcezza in petto.
-E chi sarebbero questi Plan De Fuga?- insinua Adri.
-Lascia perdere, non capiresti-, ormai sono stronzo. E cambio argomento.
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