I P.O.D. (acronimo di Payable On Death) sono il classico esempio di band ricordata solo per un singolo. La canzone in questione è "Youth of the Nation", il cui video veniva passato fino allo sfinimento sulle reti musicali come Mtv (quando faceva ancora musica) e AllMusic. Una manciata di hit singles (oltre alla già citata "Youth of the Nation" c'erano anche "Alive", "Boom" e "Sleeping Awake") e poi una serie di dischi mediocri carenti di vere e proprie killer tracks, con il conseguente calo di popolarità.
Se il precedente album "When Angels and Serpents Dance" si era rivelato l'ennesimo fiasco, nonostante il completamento del percorso musicale intrapreso dalla band di Sonny Sandoval, i P.O.D. di "Murdered Love" invece tornano ad essere quelli che ascoltavamo in dischi come "The Foundamental Elements of Southtown" e "Satellite", ma suonati un po' peggio. Un po' come quando a scuola si copiano i compiti del secchione ma infilando qualche errore qua e là, per 'personalizzare' il proprio lavoro.
Un esempio lampante è l'opening track "Eyes", che vede come ospite nientedimeno che Jamey Jasta degli Hatebreed, ma nella sua versione light, quella del suo disco solista. Un pezzo con un gran potenziale non sfruttato al massimo, come del resto gran parte dell'album. Le note più liete di "Murdered Love" arrivano dal singolo "Lost in Forever", la bella ballad "Beautiful" e lo spettacolare featuring con Cypress Hill in "West Coast Rock Steady".
Ma la sensazione generale è quella di trovarsi davanti a un gruppo che alla domanda "Ma sono vivi o morti?" reagisce con una timida mano alzata, non con un'energica risposta del tipo "Sì cazzo, ci siamo!".
Ma d'altronde, si sa: quando cadi nell'oblìo è difficile riemergere.
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