Tra il 1989 e il 1990 , i "Poison" registrarono il loro terzo album in studio. Pur non dotati di una grande tecnica, Bret Michaels, C.C. Deville, Rikki Rockett e Bobby Dall, ci regalano un disco piacevole da ascoltare, con riff semplici ma efficaci. Furono ben 5 i singoli lanciati per promuovere il disco, tutti ebbero un enorme successo, portando l'album in cima alle classifiche.

Dopo l'inutile intro  di "Strange Days of Uncle Jack", il disco parte a mille con "Valley Of Lost Souls". Riff stupendi , voce di Michaels che fa la sua egregia figura, insomma ottima song d'apertura. E' un peccato che questa canzone non sia presente in nessuna raccolta o live della band, perchè merita davvero. Subito dopo tocca alla title-track che si mantiene sui livelli della traccia precedente. "Unskinny Bop" è uno dei tanti singoli lanciati, curiosa la storia che C.C. Deville raccontò a riguardo della traccia. Difatti vennero prima le parole e poi la musica. Il riff mi ricorda tantissimo quello di "Night of the long Knives" degli Ac/Dc, comunque la canzone si lascia ascoltare con piacere. La traccia numero 7 è la mia canzone preferita del gruppo. "Life Goes On" ha un intro fantastico di chitarra e poi si trasforma in una semi-ballads unica, emozionante e con un solo firmato C.C. Devillo stupendo. La Ballatona per eccellenza del disco è la stupenda "Something To Believe In" , dove i quattro si superano regalandoci una canzone da applausi. Spiccano altre grandi canzoni come "Let It Play" e "Ride The Wind" mentre le altre tracce rimaste si lasciano ascoltare , ma nulla tolgono e nulla aggiungono al disco che viene chiuso in maniera dignitosa da "Poor Boy Blues".

Grande tour a seguito del disco che portarono i quattro a registrare il loro primo album live (Swallow This Live). Sicuramente questo è il loro piccolo capolavoro, almeno con C.C. Deville alla chitarra. Difatti da li a poco il chitarrista lasciò la band e venne sostituito dal grande Ritchie Kotzen con cui registrarono un unico album (Native Tongue), per alcuni superiore ai lavori precedenti , per altri no, ma questa è un un'altra storia. Questo disco merita un ascolto sicuramente, non è un capolavoro ma un grande album del genere proposto, dove i Poison a mio avviso sono stati dei grandi interpreti del "Glam Rock".

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