"Il passato risponde presente"
Oltre che il titolo di una rubrica di Rumore, potrebbe essere anche un'ottima etichetta per descrivere una buona fetta dell'attuale mercato discografico. L'ispirarsi più o meno calligraficamente ai propri gruppi del cuore, o anche solo a certe sonorità, è oramai prassi consolidata. Non so dire se sia finita la vena aurea a cui il cosiddetto rock ha attinto per 40 anni, ma spero sinceramente di no; fatto sta che è difficile trovare suoni e forme altre rispetto alle molte fonti facilmente reperibili. L'unica discriminante, per chi come me compra e scarica musica derivativa (eh sì ragazzi, l'importante è ammetterlo), è quanto la miscela di fonti+ispirazione del momento riescano a creare un tutt'uno credibile e non una copia pedissequa.
I Pontiak (trio barbuto della Virginia) ricordano un po' tutto e tutti, dal post blues acido dei Dead Meadow, al post hardcore Fugaziano, al post rock fino ai mostri sacri, Doors e Sabbath su tutti. Ma riescono ad essere credibili, sinceri e cazzuti. Compagni di etichetta (e di tour) con una delle migliori band dello scorso anno, gli Arbouretum, ne condividono anche il portato emotivo della musica: lirici e spirituali gli Arbouretum, più oscuri e variegati i Pontiak.
Difficilmente catalogabili, sballottati fra pulsioni accelleranti e improvvisi ralenti, quasi post rock nella tipica ritenzione esplosiva ("Shell Skull"), addirittura quasi metal e dissonanti in "White Hands", spudoratamente doorsiani nella bellissima "Tell Me About". E infilano anche due pezzoni a metà disco che valgono l'acquisto: la titletrack prende in prestito l'intro di "War Pigs" dei Sabbath, stiracchiandoloa e rallentandola, fino a trasformarla in una placida ballata per organo e chitarra che risale lentamente sulle note di una slide ultraeffettata; "White Mice" parte come marcia ipnotica nel deserto, lento rotolare di cespugli, fino a incespicare e cadere, trasformandosi in un mantra dall'aroma jazz. Uno dei più bei brani sentiti quest'anno.
Come al solito il giudizio su dischi e gruppi di questo tipo è puramente personale, può variare dal minimo al massimo a seconda dei casi. Siccome a Natale sono tutti più buoni e più indecisi, e visto che il mio capo è un ex-DC, propendo per un'equanime e paraculo 3/5.
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