1980. Epoca di grandi cambiamenti non solo in ambito musicale. Inizia un nuovo decennio, portatore di infinite novità. Umberto Eco pubblica 'Il nome della rosa', famoso romanzo storico. Il mondo della tecnologia avanza, e viene creata la prima versione di Pac-man. Notizie purtroppo anche di cronaca nera, in Agosto, la triste strage della stazione di Bologna. Il mondo della musica piange John Lennon, assassinato proprio in quell'anno. I Led Zeppelin, dopo un decennio di gloria, si sciolgono per la morte di Bonzo.

Sembra un inizio di decennio non dei migliori dal punto di vista musicale. Ma ciò nonostante vecchie e nuove glorie si danno da fare attraverso la pubblicazione di grandi dischi sia in Italia che fuori. Ricordiamo 'Back in Black' degli AC/DC, 'The River' di Bruce Spreengsten, ma anche 'Making Movies' degli allora al top Dire Straits di Marcnoffler. Ma veniamo al nostro bel paese. E' aria di grandi novità, a partire da 'Una gioranta uggiosa' di Battisti, passando per 'Sono solo canzonette' di Bennato, per finire con 'Dalla' di Lucio Dalla. Vecchie e nuove glorie dicevamo. E tra i gia conosciuti Battisti, Dalla, Jannacci e Lolli, ecco giungere delle belle novità da menzionare, ovvero 'Capo Nord' di Alice. Il Festival di Sanremo viene vinto da Toto Cotugno, con la sua 'Solo Noi' che fece impazzire il televoto. Secondo classificato, 'Enzo Malepasso', (quello di 'Amore Mio'). Terzo classificato, l'emergente Pupo ('Su di noi').

In un panorama cosi di transizione, cosi complicato dal punto di vista storico, ma anche cosi di belle speranze, come lo è ogni inzio decade, trova posto un certo personaggio. Si fa chiamare così, Ponzio Pilato. Dall'inizio dei tempi il mistero ha sempre affascinato l'uomo, ed io non vedo come possa fare altrimenti il nostro Ponzio, probabilmente pseudonimo di qualcuno, della quale non si sa assolutamente nulla. L'unica cosa che abbiamo di questo stravagante artista è un 45 giri, datato per l'appunto 1980, con 2 canzoni, che come dice il titolo, sono 'Tu sei nata per fare la zoccola' e 'Buon Natale alla Puttana'.

Come nei piu grandi dilemmi esistenziali, la ridottissima produzione di Ponzio Pilato è in bilico tra la piu verace spazzatura oggi definita trash e il capolavoro in vinile. In questi poco meno di 10 minuti di ascolto vi è tutta l'emancipazione di un epoca manifestata attraverso un linguaggio stanco di linguaggi aulici e fini a se stessi ma coinciso e senza peli sulla lingua. L'idea di amore viene totalmente stravolta in un vortice di verità sbattute in faccia, tramite canzoni di una verità sconcertante. Ciò che riuscirono in parte artisti della canzone impegnata, penso a De Andrè con 'Bocca di Rosa', viene completato da Ponzio spogliandosi di ogni eleganza linguistica. Quasi a sostenere una maggiore efficacia del concetto in se e per se che delle decorazioni testuali, il nostro Ponzio si veste di poeta e filosofo. E quando il messaggio arriva all'ascoltatore, il suo ruolo è quello di profeta.

La copertina raffigura il concetto chiave della produzione musicale del nostro Pilato, ovvero il corpo femminile, spogliato dalle sue vesti e in posa sexy ed alquanto erotica. Il messaggio è chiaro, l'ascoltatore è sull'attenti. Il ridotto numero di tracce mi costringe ad un track by track poco elogiato da queste parti, ma direi oggi sostanzialmente doveroso. 'Tu sei nata per fare la zoccola' parte accompagnato da un arrangiamento raffinato e non banale, che contraddistinguerà il 45 giri per tutta la sua durata. Indelebili le parole iniziali (Tu sei nata per fare la zoccola, si, tu sei nata fatta cosi/ se il mio amore adesso è una zoccola, il mio cuore ora canta cosi). La voce scandisce bene le parole, convinta e pulita. Perle di saggezza sparse qua e la in questo brano, tra le quali è da menzionare il paragone tra la donna da marciapiede e la donna amata, della quale è dura trovare differenze (se la battona che vedi passar, schifo ti fa tu rammentati/ che la tua donna lo stesso ora fa, essa ora è cosi), fino all'invito fatto alla donna di non piangere, quasi in segno di rassegnazione di una sua indole incapace di reagire alla realtà dei fatti, che la vede costretta a concedersi senza indugio e senza pietà. E difatti, se la sua vita è su questi binari, essa 'puo morire soltanto cosi'. Non a caso ho definito Ponzio Pilato come un profeta. Nel brano emerge chiaro e ripetuto un messaggio, una frase: La zoccola è la donna dell'avvenir. In un vortice di mistero, il nostro Ponzio anticipa clamorosamente i tempi. Ciò che ipotizzava all'epoca oggi è tremendamente vero, rendendo costui il nuovo Nostradamus.

Giriamo faccia, e troviamo 'Buon Natale alla puttana'. Un intro dolce e malinconico, quasi come una canzone dei Collage, il nostro Ponzio Pilato ci offre una dolce dedica di auguri Natalizi alla donna, che immaginiamo stia dormendo (Tu che ami solo me, tu che batti solo per me/ Buon Natale, dormi, sogna, e vaffanculo). La dolcezza va lentamente calando, lasciando il posto alla filosofia di Ponzio, che etichetta la donna ripetutamente come puttana (sei puttana e tu lo sai, e fin quando batterai/ il mio amore col tuo amore resterà). Ma Ponzio è sereno. Nonostante tutto non puo non augurarle un buon Natale, e dei sogni d'oro, insieme ad un dolce vaffanculo. Subentra quindi il concetto economico. Fin quando renderà, la puttana, il nostro Ponzio la vorrà sempre vicina. Ma quasi come in un grafico di Modigliani, viene affermato che quando la donna invecchierà, il nostro non saprà piu cosa farsene. Si tratta quindi di un rapporto dai secondi fini, quasi da pappone, ma è la fase affettiva ad avere costantemente la meglio, tramite dolci auguri Natalizi, per una donna alla quale è pur sempre legato.

In giro vi era anche un altro 45 in giro. La prima facciata era sempre 'Tu sei nata per fare la zoccola', ma alla seconda è stata sostituita 'Buon Natale alla puttana' con 'Vaiolo'. Possiamo quindi dire che le canzoni del Ponzio sono 3 e non 2. Mi sono sbagliato sopra, va bene? Se ti da fastidio leggi qualche altra recensione. A questo punto la domanda è: cos'è 'Vaiolo'? Non è altro che il viaggio del protagonista attraverso l'amore per una 'donna', che desiderava ardentemente il matrimonio. Ed è stato solo dopo di questo tragico atto che il nostro scopre che quella che credeva una donna era in realtà un travestito (perchè poi tu sei sparito, per andare a casablanca/ ora che t'hanno cambiato, non sei Franco ma sei Franca). I toni sono piu allegri, la voce di Ponzio piu rauca e disperata. Ma anche qui c'è il lieto fine. Ponzio scopre le qualità di questa donna col fravaglio, ovvero quella di essere brava/o in cucina, e quindi di non essere totalmente sfortunato (Con te mi sento sempre inopportuno, però in cucina almeno sei qualcuno/ in fondo non sei proprio da buttar).

Dopo questa breve ma intensa attività discografica, proprio come Ponzio Pilato, il nostro se ne lava le mani, e scompare dal campo musicale. Proprio come un profeta, ha distribuito quella che io chiamo una filosofia, tramite tre brani monolitici e perle di saggezza ai limiti del letterario. Un personaggio anticipatore dei tempi, tutto da riscoprire, assolutamente all'altezza dei grandi della sua epoca. Un abbraccio, caro lettore, dormi, sogna... e vaffanculo

Carico i commenti...  con calma