La title track è qualcosa di stupendo, di meraviglioso e si rimane folgorati. Sembra quasi ''Parsifal'', il capolavoro dei Pooh targato 1973: undici minuti di fantasia, cambi di ritmo e ottima musica. Anche le voci sembrano in grande spolvero nella prima delle due parti del pezzo (quella vocale), a cui segue una parte tutta strumentale, ed è difficile dire quale sia la migliore.
Certo è che il peso dell'età non si sente affatto in questa melodia. Dopo averla riascoltata piu volte, si scorrono le altre canzoni del cd, per la curiosità di sentire se vi sono presenti altre perle. Tralasciando la monotona ''Fammi sognare ancora'', ci si ferma a ''L'aquila e il falco'', perchè è un capitolo davvero interessante. E' infatti un qualcosa di nuovo nel repertorio Pooh, dove abbastanza esplicito è l'omaggio ai Pink Floyd di ''The Wall'', e resterà la seconda miglior canzone del disco. ''Il cuore fra le mani'' e ''Reporter'' invece ci riportano un po nelle atmosfere classiche dei Pooh anni '90 - 2000, brani tranquilli e mielosi, con i soliti (bei) testi, ma monotoni. Finalmente qualcosa di piu originale verso metà cd: ''Isabel'', che riprende un po ''L'aquila e il falco'' e che evoca atmosfere medievali, davvero ben musicalmente riprodotte. Un altro buon brano è ''Vento nell'anima'', che richiama ''Uomnini soli'', mentre il disco si chiude con della buona musica presente in ''Questo sono io'', che pare autobiografico.
Quasi inutile ribadire, perchè lo si è già inteso, che la title track è qualcosa di unico in questi anni per quanto concerne la musica pop italiana. E, guarda un po, è prodotta proprio dai Pooh... come a dire che per trovare ancora qualcosa di pregevole in questo ambito, è meglio rifugiarsi nei vecchietti, piuttosto che nel nuovo (commerciale) che avanza.
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