Annus domini 1987. Dopo i festeggiamenti del ventennale con Giorni Infiniti, che tra l'altro conteneva un esplicito omaggio chiamato Venti, questo Il colore dei pensieri rappresenta uno degli album meno noti e più inflazionati della band composta da un bergamasco, un trevigiano, un bolognese e un romano. In generale, dopo Buona Fortuna, gli anni '80 della band sono decisamente al ribasso, e bisognerà attendere Uomini Soli per un definitivo rilancio. Il concetto di colore viene rappresentato anche sulla copertina, con i quattro con le teste nascoste da teli di vari colori. Tra i pezzi più importanti, senza dubbio Santa Lucia, un bellissimo affresco della Bologna degli anni di piombo, e un riferimento alla "notte più lunga dell'anno" e dove peraltro viene citata anche un'altra canzone della band, "Mio padre, una sera". Questa canzone l'ho scoperta tardi, e col senno di poi è decisamente pregevole! Altro pezzo da ricordare è quello che chiude il disco, Dall'altra parte, un duetto musicale tra il violoncello di Red Canzian e il pianoforte di Roby Facchinetti, con un sapore di nostalgia e di malinconia tipica dei paesi del "Secondo Mondo", come per esempio l'Unione Sovietica negli anni della Guerra Fredda. Il colore dei pensieri è infatti un album in cui ritorna la stesura di testi impegnati, che comunque non mancano nemmeno il album precedenti (si pensi a Il giorno prima, tratta da Aloha). La tematica ecologista, definitivamente affrontata nel successivo Oasi, viene qui anticipata da Acqua dalla luna (peraltro titolo anche di una canzone di Claudio Baglioni, curiosamente), che ha una struttura simile a Giorni Infiniti. Si segnala inoltre la consueta canzone autocelebrativa di Siamo ancora sulla strada, che ho conosciuto intorno al 2011 sentendola in radio. Continua il filone della "macchina della musica" cominciato con Banda nel vento. Nel brano, inoltre, vengono citate le stesse frasi di Pronto, buongiorno e la sveglia. Questo cross-over mi fa pensare a Venditti con Il compleanno di Cristina, dove cita Sotto il segno dei pesci. Infine qualche attenzione va rivolta anche a Tu dov'eri e a Città di donne, proposte entrambe spesso negli anni successivi all'uscita del disco. È il primo album del gruppo inciso con tecnologia Direct Metal Mastering, e questo dato continua il discorso di evoluzione tecnologica dei Pooh anni '80, cominciato con l'utilizzo del Fairlight già nel 1984. Tra cd e vinile le canzoni Mai dire mai e Siamo ancora sulla strada differiscono leggermente nelle introduzioni. Voto finale: 2 stelle e mezzo. Disco troppo figlio di un decennio che, anche con altri artisti, ha visto un clamoroso ribasso rispetto ai fasti della decadem precedente.

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