Ciao a tutti. Devo premettere che ho quasi 45 anni. Perchè lo dico? Perchè è l'età in cui si cominciano a capire delle cose che quando si è giovani sfuggono e si perdono nell'aria. Oggi ho deciso di scrivere una recensione su questo album perchè proprio stamani l'ho riascoltato dopo quasi trent'anni, ad alto volume, da solo, in un breve viaggio in auto. Non è un semplice album, è un'opera d'arte. Provate a drizzare le orecchie sulle armonie, sui sottofondi di violini e violoncello, sugli assoli discreti di Battaglia e vi troverete la musica che le nuove generazioni non conoscono. Certo può apparire ai più pomposo e ridondante, quasi eccessivo nei riff orchestrali. Ma provate a immaginare "Preludio" accompagnato da immagini dei sogni che si vorrebbe realizzare e capirete... Ci sono molti tratti epici, nel solco della tradizione prog che andava molto di moda a quei tempi. Qui la suite è "Il tempo, una donna, la città": non è sui livelli di "Parsifal", ma sorprende per le continue variazioni sul tema e i dieci minuti e passa scorrono velocissimi nell'incanto del sogno raccontato. Splendido l'arpeggio ricercato di "Fantasia", pezzo leggero che induce alla serenità d'animo.
I testi: mai banali, molto ispirati da accenti, più che romantici, oserei dire stilnovisti. Persino un'avventura in treno ("Orient-express") viene raccontata come una enorme e devastante delusione d'amore. Bellissima sotto il profilo testuale "1966", così come "Una storia che fa ridere", che più che una canzone sull'amore è un inno all'amicizia tradita.
In definitiva questo è un album che merita di essere riesumato e valorizzato a 33 anni dalla sua pubblicazione, dopo lo scarso successo commerciale ottenuto. D'altronde penso che i Pooh sapessero che era una grande sfida, quasi volessero mettersi alla prova con un'opera difficile da comprendere nell'immediato, ma di straordinario valore musicale.
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