Girando per le strade di Camden ci si imbatte ancora oggi in ragazzi con la maglietta "PWEI". Lo stesso anche a Soho ed in altre parti di Londra. Certo, i numerosi passaggi in lavatrice le hanno sbiadite, ma restano sempre tra le piú apprezzate.

Lo stesso accade per i loro dischi. Parlo dei Pop Will Eat Itself il cui deus ex machina era un certo Clint Mansell, idolatrato nientepopodimenoche da Trent Reznor. Il gruppo, pur non essendosi mai sciolto, ha smesso di produrre già da alcuni anni (1996). Devono il nome ad un titolone apparso su una testata musicale inglese, credo il Melody Maker, che raccontava come il pop inglese si sarebbe cannibalizzato da solo.

Per caso mi è capitato tra le mani questo disco, che avevo dimenticato impilato sotto a dei libri, e riascoltandolo mi sono accorta di quanto avanti fossero i Poppies: il disco risale al 1994 e conteneva la bellissima "Ich Bin Ein Ausslander", dedicata alla recrudescenza di quel periodo dei movimenti neo-nazisti in Germania.

Si tratta di un pop technologico, che sa di NIN e di Fun-Da-Mental. Pur avendo ormai un decennio, il disco sembra uscito l'anno scorso, massimo due anni fa. Dischi coevi tipo "Filth Pig" dei Ministry (credo 1996), per altro molto apprezzabile, sembra molto piú vecchio.

Il disco si apre con "Auslander" e procede con atmosfere cupe fino a "Familus Horribilus", canzone cantata con la voce completamente distorta. Bellissima "Manofearthereaper", sembra qualcosa a metà tra "Numb" degli U2 e "Fragile" dei Nine Inch Nails. Allegra anche "Dos Dedos Mes Amigos" che con il suo "Everything's Cool" mette di buon umore.

Per chi li conosceva con canzoni scanzonate quali "Touched By The Hand Of Cicciolina" o "Def-Con-One" troverà questo disco più cupo, quasi noir.

Riascoltarlo fa sempre bene, non stufa mai perchè NON HA UNA COLLOCAZIONE TEMPORALE.

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