Come è buffa la storia del Rock. Davvero buffa. Possiamo trovarci artisti di pregevolissima caratura artistica, ma ignorati e sconosciuti ai più, così come siamo in grado di scovare band osannate dal pubblico, che, forse, ad una più attenta analisi, potrebbero destare dei dubbi residuali circa le loro effettive qualità. Secondo il mio umile e timido parere, i Porcupine Tree del "genio" Wilson rientrano abbastanza fedelmente in quest ultimo caso. E' vero, ho ascoltato solamente tre dischi del pluriadorato (qui in Italia) ensemble britannico neo-prog-psichedelic-ambient, ma tanto mi è bastato per farmi una mia idea personale. Anche perchè tra quei tre dischi da me tastati, rientra anche il celebre ( e più che buono, a dir la verità) "The Sky Moves Sideways". Non un capolavoro assoluto, ma un disco assolutamente consigliabile e godibile.
Ora, venendo all'oggetto della recensione, di codesto "Deadwing" non riesco proprio a parlarne in toni trionfali. Mi è stato presentato come incredibile "Masterpiece", ma , sinceramente, di "Master" ne scorgo pochino, e ciò che resta sono pochi piccoli "pieces", sparsi qua e là per il disco, in cerca di gloria. Perchè mi chiederete voi? Semplicemente perchè quando parte la prima traccia del disco, la title-track, dopo il primo minuto d'ascolto vengo assalito da una sensazione di Dèjà vu disarmante. Cos'è questa canzone, un inedito postumo dei Rush, condito da piccolo Solo di Elettrica Made in Gilmour post - Dark Side per caso? E quell' intermezzo pseudo - psichedelico telefonato come una bordata da centrocampo allo scoccare del 90' in una partita di calcio(con tanto di altro Solo, stavolta con un retrogusto Petrucciano alla "As I Am")? Vabbè... E "Swallow"?Con quel riff Hard iniziale come ne abbiamo ascoltati a migliaia nei '70? E quel bridge tanto catchy? E quel refrain da dementi (passatemi il termine, ma lo trovo un insulto all'intelligenza dell'ascoltatore)? Senza parlare poi di quella "gemma" che che giungerà ai posteri col nome di "Lazarus"… si, è carina, si, è tanto dolce, si, commuove mia cugina di 11 anni… aspettate un attimo, ma stiamo parlando del nuovo singolo dei BSB forse?? Melliflua fino alla nausa… Ecco dunque che accolgo "Halo" a braccia aperte, quantomeno quella linea di basso risulta discretamente incalazante, nel complesso l'intera sezione ritmica mi convince di più… persino Steven mi sembra cantare in maniera più personale, sussurando le parole del testo, peccato per il solito ritornello stucchevole che rovina tutto. D'altronde, in terra di ciechi, ben vengano i ciclopi. Giungiamo infine alla canzone più sopravvalutata dell'album, "Arriving Somewere, But Not Her". Per carità, non è "brutta" in senso assoluto, ma ha un sapore retorico asfissiante: parte lenta e con arpeggio rilassante, continua su questa scia, preludio scontato e prevedibilissimo, però, all'esplosione Metal di chiara marca Opethiana verso metà canzone. Sembra concepita in maniera forzata, la struttura è quella tipica preconfezionata di una mini-suite progressive. Ma quante canzoni sono state create in passato come questa (e con melodie decisamente migliori)? A milioni.
La seconda parte del disco non merita particolare attenzione (ehm, nemmeno la prima veramente…), in cui troviamo un' inutile "Mellon scratch" (ma con un cantato finale piacevolissimo, anche se poco c'azzecca col resto del pezzo), un orecchiabilmente passabile, quanto celermente accantonabile "Open Car", un' insipida "The Start of Something Beautiful" (ma quando inizia qualcosa di Beautiful qui?), col puntuale refrain a mò di "cattura consenso della massa" e strumentalino verso il finale romanticone del genere "ora ti devi commuovere per forza sennò te gonfio de botte". La penultima traccia è l'equivalente in Rock di un'anestesia ai testicoli (una lagna delirante difficilmente suggeribile a parole) e l'immancabile Hidden/Bonus Track che completa l'opera, rappresentando il sunto dell'intero, effimero, album.
Detto questo, ad onor del vero, mi sento in dovere di ringraziare Wilson per aver dato vita, insieme al suo compagno di merende Akerfieldt, qualche anno fa, a quel "Blackwater Park" che ho tanto amato e che tanto mi ha tenuto compagnia nei giorni di solitudine e malinconia (suo è il cantato in background, nel ritornello incantevolmente triste di "Bleak", per esempio).
Badate bene, non sto insinuando che i PT "facciano schifo in toto", bensi che siano, più semplicemente, sopravvalutati (il che ci passa una bella differenza in mezzo).
E se si arriva a considerare "capolavoro" un disco privo di personalità e capacità comunicativa come Deadwing , allora la storia del Rock non è solo tanto buffa, ma anche profondamente ingiusta.
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