Riesce francamente difficile comprendere con esatezza le ultime scelte dei Porcupine Tree, specialmente dopo aver ascoltato la loro ultima pubblicazione, l'EP "NIL RECURRING", pubblicato su etichetta Transmission e contenente quattro brani della durata complessiva di circa mezz'ora.

Questo, non perchè quest'ultima pubblicazione sia scadente ma, al contrario, proprio perchè ascoltandola e cogliendone la vena compositiva e la minuziosità sonora, non si capisce per quale motivo questi brani (o almeno un paio), non siano stati inseriti nell'ultimo album "Fear Of A Blank Planet", come pareva essere nelle intenzioni iniziali di Steven Wilson e compagni.

Si può dire con certezza però che indubbiamente queste tracce avrebbero impreziosito non poco la precedente fatica discografica del gruppo britannico e gli avrebbero donato maggior lustro e considerazione anche agli occhi (anzi, alle orecchie) dei vecchi seguaci del porcospino. Non che ci si trovi davanti ad un lavoro radicalmente difforme dalle ultime produzioni del gruppo, ma questa volta i brani sembrano essere permeati da atmosfere più consone e vicine al marchio Porcupine e complessivamente dotati di una maggiore coerenza fra loro. Questo non tanto per le scelte stilistiche, sempre abbastanza vicine alla svolta prog e heavy intrapresa dai PT da qualche anno, ma per un'atmosfera e una sensazione generale d'impronta psichedelica e sperimentale, laddove si intravedono pure una maggiore voglia di osare e suoni più ricercati, senza rinunciare alle fameliche attitudini melodiche che hanno contraddistinto la storia della band.

L'inizio è folgorante, con una title track di chiaro marchio progressive, nella quale appare peraltro e in modo molto incisivo e riconoscibile il sempiterno Robert Fripp. La traccia è però ben bilanciata, e qui si ha finalmente l'impressione che il gruppo arrivi a proporre echi metal col giusto calibro e in un contesto azzeccato e non in maniera anacronistica come nel recente passato. Una splendida chitarra acustica introduce la bellissima Normal, un pezzo che potrebbe apparire come una semplice versione alternativa di Sentimental, già inclusa in "Fear Of A Blank Planet", ma questa definizione sarebbe semplicistica e limitante.

Se è vero che il motivo principale è lo stesso, lo sviluppo è decisamente differente, aderendo in maniera molto meno marcata alla forma canzone del brano inserito nell'album (che pure è davvero convincente) e propronendosi come una versione più dilatata e sperimentale nella quale riecheggiano copiose, atmosfere dei Porcupine che furono. Anche qui non manca una parentesi più dura e metallica, ma sembra essere lo spartiacque fra i due corpi del brano e proprio nella seconda parte, ritroviamo sentori del passato porcupiniano oltre che nelle atmosfere sonore, anche nelle splendide armonie vocali tessute da Steven Wilson.

"Cheating The Polygrafh" è un pezzo già conosciuto dai fans dei PT, perché suonato dal vivo in alcune delle ultime esibizioni e spesso in luogo di "Way Out Of Here". Lo stile del brano è in questo caso perfettamente allineato a quello delle tracce dell'ultimo album, ma in alcuni passaggi tornano a riecheggiare le wilsoniane chitarre delle origini, meno heavy e più sognanti e psichedeliche. La chiusura spetta a "What Happens Now?", traccia segnata da una chiara impronta elettronica davvero interessante, che sembra rappresentare una perfetta sintesi della fase psichedelico-elettronica dei primi Porcupine e le atmosfere più dure delle produzioni recenti.

Tirando le somme il giudizio che si può dare a questo EP, è quello di un lavoro decisamente armonico e coerente, per nulla fine a se stesso, ma che anzi lascia intravedere una direzione molto più chiara e personale di quella alterna e difficilmente decifrabile di "Fear Of A Blank Planet" e proprio per questo sembra legittimo continuare a chiedersi il motivo della mancata pubblicazione nell'album di questi brani.

Che i Porcospini abbiano trovato la loro direzione definitiva? Lo scopriremo solo vivendo...

Carico i commenti...  con calma