Un album a servizio delle emozioni. È con queste parole che mi sento di descrivere quello che è da considerarsi il disco della svolta stilistica della band britannica. Erano già capaci di emozionarci con il sound space-psichedelico dei primi 4 album, ma questo nuovo sound sembra fatto apposta a tal fine. Il cambio di approccio è evidente: vi è molta enfasi sulla chitarra acustica (ben alternata con quella elettrica) e sul pianoforte (sempre molto delicato), i sottofondi di tastiera leggeri, quasi impercettibili dal sapore vagamente orchestrale e i suoni decisamente più cupi. Altro elemento è una tendenzialmente minore durata delle canzoni, che permette agli ascoltatori meno portati alla lunga durata di assimilare meglio l'album... e perché no, anche al gruppo di tentare di piazzare qualche singolo in chart; ma non mancano brani più lunghi.

Ma la durata delle canzoni non influisce praticamente mai sulla sua qualità, che rimane sempre inalterata qualunque sia il minutaggio. I brani più marcatamente orecchiabili e radiofonici sono "Piano Lessons", primo brano della band ad essere supportato da un videoclip, che risente pienamente di influenze brit-pop, "Stranger By A Minute", delicato nei tocchi di chitarra e organo e in "This Is No Rehearsal" dove riff acustici si alternano ad inusuali accelerazioni punk.

Sebbene ci si concentra maggiormente su canzoni di breve durata veramente notevoli sono le due canzoni più lunghe ovvero "Even Less" e "Don't Hate Me": la prima alterna strofe delicate con chitarra acustica e piano per poi dare spazio alle chitarre elettriche nel ritornello e anche a delicate tastiere in alcuni momenti; la seconda invece ha uno stampo forse più pinkfloydiano: delicati arpeggi di chitarra acustica e delicati parti d'organo e belle atmosfere nel ritornello e pure una bella parte di sax.

Oltre a questi trovo particolarmente toccante la splendida "A Smart Kid" dove tutto viene intrecciato splendidamente: i tocchi di chitarra acustica, il sottoondo di tastiera sempre dal sapore molto orchestrale e un piano che si incastra perfettamente con la voce di Wilson, più qualche suono più cupo. Mi mette molto di buon umore "Pure Narcotic" un brano chitarra acustica-piano diretto ed efficace quanto delicato. Particolarmente riflessiva trovo "Baby Dream In Cellophane" che in soli tre minuti incentrati prevalentemente sulla chitarra acustica riesce veramente a toccare il cuore.

Molto emozionante anche la conlcusiva "Stop Swimming" guidata da un piano caldo e coinvolgente. Restano da citare la strumentale "Tinto Brass" (il cui nome sapete benissimo a chi fa riferimento), ben guidata dal basso di Colin Edwin e caratterizzata da riff di chitarra decisamente più hard e anche "Slave Called Shiver", molto cupa nei suoni e anch'essa con ottime parti di basso, fra le migliori di tutto il disco. Il brano che dà il titolo al disco è invece un semplice tappeto tastieristico di 28 secondi posto sistematicamente fra "Piano Lessons" e "Pure Narcotic".

Davvero bello questo "Stupid Dream" ma vi avviso, se volete godervelo fino a fondo dovete assolutamente levare la mente da ciò che fate in quel momento e pensare a dove vorreste essere e quando; che ne so, magari in paesaggi verdi e romantici con un sole splendente in una mattina di primavera (esempio molto personale). Se invece per te la musica non è emozione forte ma puro momento di svago, voglia di scatenarsi o di passare la giornata... lascia stare, magari dai una sentita così ma poi vedrai che lo pianterai lì; questa non è musica per i deboli di cuore. E poi, ultima cosa: se per te le emozioni vere stanno nella discografia di Gigi D'Alessio... allora non ci siamo!!!

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