Non so quante altre occasioni avrete di vedere una mia recensione sui Porcupine Tree. Sono un gruppo che mi affascina, ma che ancora mi nasconde molte cose: insomma ci sono alcune parti della loro musica che mi sfuggono. Dischi belli e curiosi quali "The Sky Moves Sideways" o "Stupid Dream" hanno parti fuggevoli, tipiche di un rock che va un po' oltre gli schemi; nel complesso, opere di indubbio fascino ma forse ostiche per chi cerca il primo contatto con la suddetta band. Altri trovano questo sound un po' piatto, poco coinvolgente e non versatile quanto il progressive vero e proprio.
Questo 2008 ci dà la possibilità di eliminare gran parte delle impressioni che avevamo sui Porcupine. Un live acustico che vede due soli componenti della formazione, voce e chitarra. Un disco breve, con pezzi adattati e ridotti per creare una scena inaspettatamente intima. Questa esibizione spoglia i brani di tutti gli effetti possibili, di ogni ritmo fortemente scandito, di ogni grido lontano e di ogni fantasia che normalmente scaturiva dai lavori in studio.
Prendiamo il primo pezzo, proprio "The Sky Moves Sideways" (ottima scelta per cominciare): è difficile pensare che, senza tastiere, effetti d'eco lontani e altre atmosfere psichedeliche il brano rimanga in piedi. Invece in piedi ci sta, e magnificamente. La chitarra scandisce delicatamente il tema principale, e la voce dimessa e naturalissima fa il resto.
Sometimes I feel like a fist
Sometimes I am the colour of air
Sometimes it's only afterwards
I find that I'm not there
La performance prosegue con altri ottimi pezzi, tra cui segnalo "Waiting" e la splendida "Normal" (appartenente all'EP "Nil Recurring"). Le canzoni più dure, più intense vengono ammorbidite, addolcite se vogliamo: nemmeno in "Deadwing" troviamo sensazioni così distese. I brani sembrano assumere una forma più sentita e sentimentale, accessibile alle orecchie più impenetrabili.
La dimensione dei Porcupine Tree, forse solo per questa volta, assume un volto totalmente diverso. E credetemi, è un'esperienza bellissima. Mezz'ora di abbandono, diverso da quello che dà un disco ben fatto: l'abbandono, piuttosto, di un disco dalla bellezza senza fronzoli. Alla fine mi sono sentito visibilmente meglio, non è fantasia.
Non sono un fan sfegatato di questa band, che come tutti ha avuto degli alti e bassi. Ho considerato questo disco dal vivo come FUORI dalla loro produzione, come disco a sé, poiché non classificabile nella loro discografia precedente. Il mio voto è completamente imparziale, dunque vi consiglio di non perderlo. Ripeto, un mio intervento su una band del genere può capitare solo se si tratta di un elogio sincero, che praticamente tutti possono condividere.
Ma è solo un'altra delle sorprese che questo anno, come il 2007, ci sta prospettando. Voto: 4,5
(La recensione è strettina, ma se sento di dire solo alcune cose e non altre spero di non addossarmi una colpa. Poi sono sintetico per natura. Abituatevici)
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