Lo so, ogni tanto ci cado anch’io. Non è facile mantenere quello spirito sostenuto e irriducibile che permetta sempre di discernere gli argomenti meritevoli d’attenzione da quelli degni, a dir tanto, di un passaggio su Radio McDonald’s. Non so se nei Mc inglesi propongano il porridge, ad ogni modo, ma in fondo poco importa. Siamo qui, e lo so che spesso da queste parti vi siete ritrovati a leggere di club dogo sfera blablabla i bocchini ecc. Però, ripeto, ogni tanto ci cado anch’io. Sbaglio.
Inizio recensioni parlando della storia della band, come se non sapessi che nella finestra affianco avete già aperto Wikipedia per studiare quattro informazioni da sfigati del tipo “i quattro si sono conosciuti ai tempi del college" e fare i nerd con ragazze che non vi si filano. Mi capita nelle recensioni di usare termini raccapriccianti tipo “synth-pop”, termine che oggi usano solo i pedofili repressi. Mi capita di chiamare i miei testi “recensioni”, commettendo l’errore di abbassarmi al livello di chi scrive che Kendrick Lamar è il più grande rapper vivente oppure chi crede che lo shoegaze sia nato coi Jesus & Mary Chain. Mi capita addirittura di usare il termine “shoegaze” (fulminatemi all’istante) e addirittura citare i Jesus & Mary Chain. Dico: I JESUS & MARY CHAIN. Ma come stracazzo stiamo messi?
La scena rock è una pagliacciata, lo è sempre stata e chi non lo capisce, purtroppo, rivela molte cose di sè. Forse la colpa è anche dei Porridge Radio, composti da tre tipe - di cui una canta - e un tipo che funge da melanzana umana. Si fanno i video in cui lei canta e tutto attorno il mondo si muove scattoso e spiritato, e io penso wow davvero orginale. Le canzoni sono lì da ascoltare e va beh.
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