Dei Portal ho ascoltato quel capolavoro torcibudella di “Swarth” del 2009 un concentrato di ritmiche parossistiche e frastagliate che portarono il Death Metal verso nuovi livelli, altri mondi di perversione, annichilimento sonoro e devastazioni claustrofobiche che solo dei malati di testa potevano apportare con la loro musica posseduta dal Demonio.
9 anni dopo arriva questo “ION” preceduto dall’album “Vexovoid” ed è come tornare a risentire la stessa follia omicida di “Swarth” solo concepita in maniera diversa. “Nth” fa da preludio agghiacciante a “ESP ION AGE” una orgia di blast beat proveniente da un'altra terra con quelle sue ritmiche forsennate e deviazioni chitarristiche fuori controllo, è un rito orgiastico di frattaglie black e death mai udite prima. “Husk” ci trasporta nei peggiori incubi della mente umana, 3’43’’ di repellente death metal dai controtempi e dalle perversioni più abbiette e malsane.
“Phreqs” sono cinque minuti di colate di melma nera e pestifera con ripartenze a folle velocità inumana, quanto di più blasfemo e sacrilego si possa fare collegando i propri strumenti a degli amplificatori, il finale è da incubo del terrore. “Crone” parte con un riff cupo e maligno per poi ricreare quella fitta ragnatela di trame malmostose e color tenebra, con la voce che è un vortice di perversione e cattiveria. “Revault Of Volts” è pura follia messa in musica, il nero che abbraccia la barbarie più sconquassante che sia dato sentire. Qui e non altrove alberga solo Morte e pestilenza.
“Spores” è un braciere ardente di fottuto metallo della morte corrosivo e nelle sue spire troviamo solo una tempesta assassina di blast beat acida e conturbante. “Phatom” è una messa nera in musica con le sue ritmiche indiavolate e demoniaci contrappunti di batteria caliginosi. Infine assistiamo al rito satanico di “Olde Guarde” 9 minuti indiavolati, fulminei assalti sonori a rotta di collo come la peste oscura e annichilente, il finale ambient-noise è una caduta negli abissi della follia e della depravazione.
37 minuti catartici e ottenebranti.
“ION” è il disco che nessuno avrebbe mai voluto concepire e per questo suona dannatamente Portal.
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