Mattinata fredda e nebbiosa quella che avvolge la città, clima ideale per una mistica passeggiata a suon di Portishead; l'occhio cade sul loro ultimo lavoro il Live in quel di New York datato, un troppo lontano 1997... Capisco subito che non sarà una comune camminata per le vie infreddolite, ma un pellegrinaggio di sensazioni...
Un brivido, l'aria è decisamente fredda, ma non è la temperatura a scuotermi bensi le prime note di "Humming", subito vengo pervaso da un senso di inquietudine, avvolgente e paradossalmente rassicurante, che non mi lascerà mai durante tutto l'ascolto; la presenza dell'orchestra nel concerto, non toglie nulla all'arrangiamento originale, ma anzi aggiunge pienezza a tutta la struttura culminata dalla mitica voce di Beth Gibbons, voce che in "Cowboys" si mostra a tratti isterica e implorante... il sole, timido e rispettoso, cerca di bucare la coltre nebbiosa senza però riuscirci, tutto resta ovattato come le fumose atmosfere da film in bianco e nero regalatami da "All Mine"; il tempo trascorre senza che me ne renda conto, mi accorgo invece della sfacciata malinconia trasmessa da "Mysterons", sensazione che non cerco di scacciare ma anzi, mi gusto e me ne lascio pervadere; decido di fermarmi e sedermi su un freddo muretto, i pensieri vagano veloci, "Only You" per contro è pacata, con sonorità delicate e sinuose, unico momento dove l'inquietudine cede il passo. "Half Day Closing" col suo incedere drammatico, e il suo finale pieno di grida horror mi fa voltare di scatto per controllare che nessuno sia alle mie spalle, il coinvolgimento è ormai totale.
"Over" mi riporta una certa tranquillità, decido quindi di alzarmi e riprendere il mio viaggio di emozioni, giusto il tempo di un giro di sciarpa e già le note di "Glory Box" si diffondono in me, e qui le ideali atmosfere si incarnano in una ragazza che incrocia il mio cammino, in lei, nonostante la nebbia, si percepisce una profonda malinconia e i suoi occhi cantano come Beth "Give me a reason...", mi verrebbe voglia di allungarle la mano, ma le nostre strade hanno opposte direzioni... resto a guardarla perdersi nella grigia coltre e nei sui tristi pensieri. Cerco di riprendere il mio cammino, è quasi ora di tornare ed il lamento di Beth in "Sour Times" si insinua con insistenza nella mia testa ."Nobody loves me", lo ripete talmente tante volte che mi viene quasi da crederle. Il finale è da brividi, il lamento diventa struggente, ossessivo e gridato dal cuore. Emozionante; imbocco la strada di casa, con "Roads" invece si entra in strade di una bellezza disarmante, dolci suoni e dolce voce richiamano immagini malinconiche, ma al tempo stesso romantiche, mi lascio cullare, e senza volerlo si resta quasi commossi dalla delicatezza di questa canzone. Mi ritrovo sotto casa, il cammino è terminato, resto ad ascoltare il travolgente finale di "Strangers", l'incalzare dei violini, l'esasperato scratch. Riflesso incondizionato, è ritrovare il mio applauso unito a quello del pubblico di NY, resto sul marciapiede a battere le mani, qualche passante mi guarda storto. Ma chi se ne frega.
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