Classico dopo classico della musica estrema rispolverare "Seven Churches" dei Possessed è un obbligo. Leggende metropolitane del rock dicono che gli stessi Slayer decisero di scegliere il loro modo di esprimersi con borchie, pelle e simboli blasfemi dopo essere stati ad un concerto di questa band Californiana (se tutto questo sia vero non lo so).

La cosa certa che il Death Metal (genere da me particolarmente non molto amato) sia stato influenzato in maniera decisiva da questa formazione. "Seven Churches" è il loro primo disco, pubblicato nel 1985, decisamente il loro migliore lavoro, data la genuinità e  il carisma giovanile, che non li fa scendere nel raggruppamento di metallers di una certa età "convinti predicatori" e alquanto ridicoli.

L'album è suonato  velocemente senza scendere a compromessi, un buonissimo ascolto scatenato e divertente, ritmi martellanti e chitarre pesanti scandiscono ogni singola  parte del lavoro con "ragazzate" giustificate dalla giovane età dei musicisti e dalla voglia di scioccare il pubblico non ancora  molto abituato ad ascoltare temantiche  di questa portata.

I chitarristi Torrao e Lalonde sono furie, non ancora  abilissimi musicisti si cimentano  nella loro migliore parte scalmanata con ritmiche semplici ma incisive, particolareggiate con l'aggiunta di trilli sinistri e cambi di tempo martellanti. La loro arma micidiale sono gli scambi di assoli, fuoriscala e dissonanti, dando un tocco in più alla loro musica riuscendo ad immedisimare l'ascoltatore in maggiore maniera  in un'atmosfera fatta di fiamme e fuochi dell'inferno.  
Il batterista Sus con  il suo tempo thrasheggiante e sottolineo senza il bisogno di blast-beat, riesce a rendere il disco un ascolto più facile, non è eccessivamente monotono e nemmeno mostruosamente tecnico, dato che nella moderna musica estrema non è preso molto in considerazione. In "Seven Churches" l'ascoltatore non è esausto dopo l'intera durata del lavoro a causa di ritmi incomprensibilmente veloci e tecnici, ma piacevolmente soddisfatto.
La colonna portante della formazione però è il cantante Becerra, anche lui con una voce estrema a vecchio stile, dalla scuola Venom, che nonostante il suo gutturale riesce a rendere i testi comprensibili all' orecchio. Particolarmente carismatico è stato un maestro per molte nuove leve del death  metal.

Dai titoli delle dieci  traccie si possono capire molte cose: "Pentagram", "Burning in Hell", "Evil Warriors", "Holy Hell""Fallen Angel", "Death metal", "The Exorcist". Questi quattro ragazzi del diavolo erano interessati quanto l'astrofisica, cioè, avevano solo voglia di divertirsi, toccando tematiche scomode e fuori luogo solo per fare scalpore e magari per fare discutere di loro con dell'ottima pubblicità .

Uscito nel lontano ottantacinque "Seven Churches" ai moderni Death Metallers può sembrare una piccola realtà fortunatamente lontana. Secondo il mio avviso è invece un esempio da riportare alla luce. L'album può contenere errori, può avere dei  bruschi cambiamenti di metronomo ma ha la particolarità di essere interamente suonato e cantanto da esseri umani, senza l'ausilio di computer o tecniche di avanguardia. I dischi moderni sembrano essere suonati da musicisti  maniacalmente perfetti, vere e proprie macchine di precisione ma di tanto in tanto ascoltare i loro concerti può dare qualche spiacevole sorpresa. I Possessed con questo album hanno dimostrato di essere ciò che erano con tutta la loro grinta, questo è il motivo che rende questo disco un classico.

Questo lavoro può essere apprezzato anche da chi disdegna il metal estremo.

Carico i commenti...  con calma