In principio c'era un “Mi sto rovinando per voi”.
C'è questo gruppetto, i Post Nebbia, e sono dei ventenni di Padova scoperti per caso che proprio mi piacciono. In verità la mente creativa è solo quella di Carlo Corbellini e fa tutto lui, testi, musiche, produzione... Poco ci manca anche i video sul tubo. Però sono una band.
A differenza di quanto ci aspetterebbe i rimandi musicali sono notissimi e quasi inaspettati per un/dei pivello/i, tipo gli Arctic Monkeys, i Beatles, qualcuno dice anche i Tame Impala.. ma chissenefrega di quello sente.
Quello che fa davvero piacere è poter leggere diverse interviste dalle quali emerga finalmente una testa pensante, una di quelle personcine che ti fa esclamare Azz! e che Corbellini non sia uno stupidello qualsiasi lo si capisce alla svelta, basta ascoltare le sue canzoni.
Il primo disco uscito nel 2018, Prima stagione: un amore purissimo quasi immediato, è restato tra i miei ascolti per più di una settimana fino a crearmi un po' di dipendenza, lo dico timidamente e non senza un certo imbarazzo... ma la sincerità è talvolta importante. Cosa posso farci se la malinconia che trasuda mi è rimasta incollata addosso come una mosca al miele? E poi la copertina è stupenda, da un veneto me l'aspetto proprio una cosa così inorgogliente.
Questo secondo disco Canale Paesaggi, fresco d'uscita, lo sto assaporando scoprendolo in verità solo per metà dato che i singoli usciti negli scorsi mesi hanno creato in me una certa aspettativa non disattesa Persone di Vetro, Televendite di Quadri e Vietnam, probabilmente i più riusciti insieme al pezzo inedito di chiusura Nuoto sincronizzato , restituiscono una buona sintesi del prodotto proposto: un concept che racconta l'esperienza altamente alienante della televisione (ma il discorso sarebbe facilmente estendibile al mezzo internet) anche nelle sue più orride varianti commerciali e locali e non, con l'aggravante (per i “vecchi”) che a parlarne è un ragazzo di 21 anni.
Al contrario di quanto si dice, i giovani - quelli per davvero cazzuti - hanno capito benissimo l'andazzo in chiave sociale del mezzo comunicativo, e - inconsapevolmente - sanno dare una lezione stilosissima a chi le domande ha smesso di farsele da un pezzo ma è sempre pronto a puntare il dito “... perchè i giovani di oggi...”.
Accoglienti e confortanti atmosfere anni 70/80, pop a tratti un po' funky e un po' new wave, basso e tastierine decisamente accattivanti tra spezzoni di tg regionale, spot pubblicitari, una voce giovane composta e intelligente ma anche rassegnata e perennemente inscatolata, mai pretenziosa, nella quale non si scorge alcuna esagerata banalità o superficialità modaiola, di quella che fa storcere il naso. In una parola: Piacevolissimo.
Così inizia:
“Tutto il giorno sul divano / Cosa direbbe Freud, di noi?”
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