L'anno scorso sono inciampato nel drone. Il drone era nascosto in una pozzanghera che non ho visto, e mi aspettava, probabilmente. La pozzanghera era profonda, e quando sono uscito ero tutto sporco. Credo che quelle macchie non andranno mai via.

Ecco, ho scoperto che il drone è il meglio quando devi tradurre una lingua morta, soprattutto nelle ore piccole. Ti prende ai precordi e non ti lascia sconcentrare.

Detto questo, devo dire che a volte il drone perde di senso, nella sua infinita ripetitività. A volte riesce affascinante, a volte palloso. Sempre e comunque stordente, e grazie buddha che esiste roba così. Ma quest' uomo, sto Charlie Ford, ti porta veramente dove vuole lui. Sacrificando la durata per l'espressività, ti incanterà anche se non supera l'ora e mezza di overdubs.

Se ne fotte. Troverete di tutto qua dentro, dai fantastici vagiti di una tastiera abbassata di 28 ottave agli stridii acutissimi che danno tanta gioia alle vostre orecchie malate. E il sentimento. Questa sì è una cosa che non ho mai sentito: il cuore nel drone. Tracce brevi, ma intense, che valgono sul serio un ascolto attivo come qualsiasi altro genere.

Eppoi, è gratis.

Carico i commenti...  con calma