Eccomi di ritorno questa volta per recensire un fiore all'occhiello del power metal, un album che mira senza mezzi termini proporsi come naturale detentore della forma più definita del genere, mettendolo per iscritto non appena si è premuto il tasto play:
la tastiera propone un suono come ecclesiatico, rimpicciolito e ammorbidito da un mixaggio eminente, che la unisce alle percussioni, e al riverbero di chitarra, convertendo il tutto in un complesso armonicamente elegante, rievocante l'organo. Il chitarrista (Martongelli) usa la chitarra come un certo Schaffer (sebbene qui il suono ne venga poi attutito). Attacca poi Alessio Garavello (voce) su una melodia che è insieme potente e languida, con testi che trattano invece tutt'altro, ma pursempre poetici, rapsodici, narranti imprese ardite atrraverso questa voce ottima nell'estensione, ultimata però solo sulle vocali conclusive. La struttura melodica della traccia ripeto è stupenda, non sto a descriverla per non divenire pedante, ma davvero merita - purtroppo il cd dopo un po' diventerà noioso dovendo tenere la frequenza del power, ma lo stesso tanto di cappello.
Segue ‘Temple of fire' che già non è più un capolavoro, però ha delle linee vocali veloci molto piacevoli, grazie quest'ottimo cantante; delle variazioni di tempo; dei bei acuti, per cui anche qui promozione a pieni voti. La seguente 'Edge of time' ha una melodia scandita sui canoni heavy metal, uno schema melodico che riprende la prima strofa alternando l'accento finale, ripreso sul prolungamento metrico della seconda. Sempre ottimi i riff di chitarra; mentre i testi restano inerenti a gesta belliche per la ricerca della fama immortale. ‘Sacred land' ritorna allo stile power, atipiche anche qui le linee vocali, veloci, simili a quelle di una marcia di soldati, ovviamente cantate a volocita elevata alla quarta. La seguente ‘When i'm gone' è l'altro dei tre capolavori: una traccia lenta, dove le strofe si scostano dal furore condottiero e si posano sullo sfondo naturale dove tali gesta si compiono, linee vocali lente e espressive, come a voler cercare di esprimere un sentimento intimo. Ad accompagnarle troviamo un flauto che segue insieme alla chitarra acustica la belissima melodia che si chiude con note basse, eseguite benissimo anche da Garavello. Segue uno splendido assolo di chitarra...
Dopo tanta classe un cd non può che peggiorare, come infatti risultano le successive tre traccie, che tralascio a favore della conclusiva ‘Lost without you' altro capolavoro: un eco in sottofondo che rimanda a dei paesaggi naturali selvaggi e alle sorgenti limpide, grazie ad una melodia di chitarra con effetti lucidi, linee vocali romantiche spartite tra Garavello ed un'altra cantante, altrettanto brava in estensione; riprendono poi i passaggi power. Testi romantici e poetici, davvero ben scritti.
Credo d'aver detto già tutto. Un ottimo disco, peccato per la staticità.
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