Una luna e un sole in una continua girandola che alternava la notte al giorno. E con loro quel motivetto; suonava ogni sera augurandomi la buonanotte.
Ora quella musica sembra stia risuonando nell'aria, lievemente accennata s'insinua nei pensieri, sembra provenire da lontano, da una realtà dove tutto era più grande, o forse ero io più piccolo. Chiudo gli occhi per un attimo e questa stanza sembra riempirsi di colori e giochi, di carillon che suonano rivelando il contenuto segreto di piccoli scrigni gelosamente custoditi.
Da Birmingham quattro cantastorie raffinati si divertono a creare sognanti filastrocche tinte di psichedelia e jazz. Ai Pram piace giocare con gli strumenti; circondati da sintetizzatori e tastiere, trombe, archi, chitarre e percussioni creano uno strambo rock psichedelico che vira spesso verso notturne atmosfere jazzy.
Le dieci tracce di Dark Island, settimo lavoro della band, sono sognanti suite compositive che si avventurano in quell'incerto mondo che di nome fa post-rock. L'incipit è dei più spiazzanti; "Track Of The Cat" sembra provenire direttamente da un polveroso deserto morriconiano, dove una tromba e un fischio in lontananza danno il benvenuto nel mondo sognante dei Pram. Ma è dalla seconda traccia che prendono consistenza le atmosfere notturne, a volte lievemente sinistre, ma sempre cariche di poesia, del gruppo inglese. "Penny Arcade" si carica di riverberi elettronici e un letto sonoro accoglie la voce delicata di Rosie Cuckston che abbassa le luci e inizia a cullarci.
Si alternano i momenti; solari come nell' apertura pop di "Paper Hats", dove sembra di sentir Laetitia Sadier in una passeggiata sonora con i suoi Stereolab, o più sommessi come in "The Pawnbroker", dov'è la tastiera a tenere il ritmo al timido incedere di Rosie, ma nel loro insieme rendono l'ambiente sempre soffuso e incerto. Il lato sperimentale della band prende il sopravvento nei pochi episodi strumentali; "Sirocco" è un vento elettronico carico di jazz e malinconia mentre Leeward è un breve gioiello di post-rock dal lento incedere.
Si riaccendono improvvisamente le luci e tutto è al suo posto come lo avevo lasciato, eppure son sicuro, qua fino ad un attimo fa c'erano i miei giochi e una filastrocca mi stava augurando la buonanotte.
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