1992, Bill Laswell al timone per il suo nuovo progetto, dove ingaggia gente con un seguito/passato non indifferente: Bootsy Collins, Bernie Worrell (entrambi reduci dai Funkadelic/Parliament), Buckethead, Bryan Mantia (collabora con Tom Waits durante lo stesso anno e futuro rimpiazzo di Tim Alexander nei Primus, tra le tante cose), Nathaniel Hall (creditato come "af next man flip", membro dei Jungle Brithers, che contribuirono alla commistione di jazz & hip-hop). Insomma, un assemblaggio con i controcass.

Il signor Bill (che spero conosciate e in alternativa vi presento come una di quelle personalità musicalmente prolifiche ed ecletticamente inesauribili) si "limita" (scusate se è poco) a concepire e dirigere il disco. Già, perchè qui lui (grandissimo bassista) non suona direttamente, ma si limita a qualche campionatura, quindi se volete sentire il tocco del nostro sul suo basso a 8 corde (ma anche 4 o 6) cercate altrove.

In questo disco potete trovare musica dub, funk, rock, elettronica (più precisamente elettronica leftfield), turntablism, ambient. Insomma, si è di fronte ad un album fortemente sperimentale. Sperimentale, ma non troppo ostico. Meglio ancora, ostico a tratti. All'ascolto si passa da ritmi incalzanti molto funk con un signor Collins (Bootsy, non Phil, per carità) che fraseggia rilassato a lunghe distese melodiche di Buckethead, da momenti di delirio musicale a tratti puramente riflessivi. Degne di nota: l'esecuzione chitarristica a dir poco impeccabile e la fantastica sezione ritmica che avvolge durante l'ascolto.

Musica sperimentale ben fatta ed a mio avviso piacevole. Facendo intervenire i gusti personali, confesso di avere poche reminescenze di musica sperimentale che eguagliano questo lavoro. Consigliabile anche ai meno avvezzi alle "stranezze" musicali.

"This work is part of subversive current of which the last has not been heard".


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