Il titolo è di per sè auto-esplicativo: siamo di fronte ad'opera rock, ovvero un disco in cui esiste una struttura rock-progressive accompagnata da arrangiamenti monumentali. Un modo come un altro per descrivere in due parole un disco veramente insolito per il 2005: infatti, e non potevo crederci, il disco è appena uscito.

Si tratta di un concept sulla storia di Dracula, ed in effetti il disco potrebbe essere una splendida colonna sonora per uno dei tanti film sull'argomento. Partiamo con l'overture, un bel tuffo negli anni '70, con gli strumenti, la tecnologia e l'attitudine innata di Di Cioccio & Co. Con "Ho mangiato gli uccelli" i nostri ci fanno un bell'esempio di cosa vuol dire "suonare come si deve", mentre "Non è un'incubo è realtà" rappresenta la parte più visionaria e romantica dell'opera. Si segnala inoltre "Il castello dei perchè", uno dei pezzi più meravigliosi del disco, cui devo riconoscere una grandezza musicale non indifferente, unita però ad una pomposità forse eccessiva. Lo stile è quello dei bei tempi passati, in effetti avevamo bisogno (noi prog-maniaci) di qualcosa del genere: altrimenti, avremmo dovuto scontare una condanna a vita ad ascoltare musica nell'intervallo temporale [1968-1979], e tanti saluti. . . Gli altri pezzi non li segnalo per non appesantire la rece: sappiate che. . non ne esiste uno sottotono! Cori, sinfonie, mellotron, riff & assolo a iosa, la voce di Di Cioccio sempre perfetta, i virtuosismi che per ogni componente del gruppo si sprecano, senza dimenticare una carica emotiva grandissima. . . devo aggiungere altro?

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