Fretta fretta
Coca e sigaretta
Mi brucio così
Dicendo sempre di sì
"Tempo Tempo"
Gli anni '80 sono frenetici, veloci e effimeri. Nessuno forse avrà mai il bisogno di farli tornare di moda, un terribile revival di pop sintetico, giacche con spalline, capelli cotonati che in confronto la moda degli anni '20 è più attuale.
Dopo un lavoro decisamente brutto e palesemente privo di qualsiasi interesse, "Pfm?Pfm!", la PFM ritorna nel '87 con un disco che risolleva di molto il morale dei fans ma di fatto non impedisce la pausa di dieci anni che il gruppo deciderà di prendersi. "Miss Baker" va detto subito è un Lp in cui il synt pop di "Capitani Coraggiosi" sparisce del tutto, viene sostituito da una ricerca di ritmi veloci ma allo stesso tempo ricercati in cui non si perde lo spessore musicale de gruppo. Rientra Mauro Pagani alla composizione e con il violino e l'oud suona in "Josephine Baker", alla batteria è confermato Walter Calloni che in questo disco finalmente riesce a uscire dagli schemi fissi e asettici di quattro anni prima. Lo stile musicale vira verso una jazz-fusion con influenze mediterranee e latine con qualche strizzatina al funky rock più trascinante.
"Prima Che Venga La Sera" delinea subito il nuovo corso, ritmica veloce e per la prima volta una sessioni di ottoni guidati da Demo Morselli e un coro femminile, tutto molto energico che si ripete anche in "Tempo Tempo". Della Premiata più tradizionale ci sono echi in brani molto belli e suggestivi, "Un Amore Vero", "Josephine Baker" e la bellissima "La Chanson D'Un Aviateur". In questo ultimo brano Mussida apre con la chitarra acustica che conduce alla voce di Di Cioccio, le atmosfere inizialmente rarefatte si interrompono con una improvvisa apertura molto forte che porta poi al ritornello per voce femminile. "Miss Baker" non è un grande lavoro, c'è molta maniera e grande capacità esecutiva a mascherare la fisiologica crisi, ma c'è anche la volontà di non perdersi più nella bieca commercialità.
Alla fine la PFM stravince il confronto con le opere contemporanee di Genesis ("Invisible Touch") e Yes ("Big Generator") con un disco onesto che non vuole prendere in giro i vecchi fans e soprattutto rispetta la storia di questo glorioso nome.
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