Se il loro disco omonimo mi aveva subito catturato ed il successivo "The Destiny Stone" mi aveva deliziato, questo "The Roaring Of Dreams" è roba sopraffina per tutti i tipi di palati. Come il tartufo, quello più puro e raro. Come il caviale. Insomma: come quelle cosa che puoi goderti una sola volta e poi dici "Vedi Napoli e poi muori". Io non voglio crepare, affatto. Ma questo disco suggella il posto ad onore dei Pride of Lions sul monte dei Kings of AOR per eccellenza.

L'album è un autentico gioiello, stracolmo di altre piccole pietre preziose, ognuna incastonata in esso. Sono superbe ed infinite le emozioni che riesce a trasmettere all'ascoltatore. Non mancano gli episodi più energici e da colonna sonora (come l'opener "Heaven on Earth" e la successiva "Book of Life"). Non mancano quelli più struggenti che faranno svenire tutti gli appassionati del rock melodico ("Secret of the Way" e "Love's Eternal Flame"); non mancano neppure momenti di chiaro omaggio ai Dire Straits (ascoltare per crede "Tall Ships") e, per finire, non manca neppure la favolosa title track laddove i nostri leoni si superano, sfoderando un'opera maiuscola, un brado che trasuda emozioni ovunque.

Un disco che, definire perfetto, è quasi un insulto. Non ha punti deboli, non ha momenti di cedimento, non ha niente che possa intaccare le sue pietre preziose. Solo bellezza, emozioni, rabbia, melodia e, come da copione, una chiusura eccezionale con la superba "Turnaround", che potrebbe far da colonna sonora ad un qualunque film di Hollywood. Ma chi sono io per giudicare un album e inserirlo agli apici dell'olimpo dell'hard rock melodico? Nessuno. "I'm just one" (Metallica docet).

Il resto, sentenza finale, è compito vostro.

Siete grandi, ragazzi...

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