Questa non è una band semplice da descrivere.

Questa non è musica fatta alla carlona.

Questa è GENIALITA'.

Genialità che si incarna, musicalmente parlando, in una delle band più variegate degli ultimi 20 anni.

Bobby Gillespie ha sicuramente il merito di essere uno dei musicisti più interessanti degli ultimi anni. Ex collaboratore dei Jesus and Mary Chain (con cui ha collaborato alle chitarre per il primo lavoro), alla fine degli anni '80 decide di fondare il gruppo che vi sto recensendo ora, i Primal Scream.

A noi sono noti principalmente per il primo capolavoro "Screamadelica", uno dei dischi più influenti degli anni '90 in tutti i sensi, dopo due buoni dischi, ma che non conosco bene, come "Sonic Flower Groove" e un omonimo.

Giunto il 1994, vede la luce questo "Give Out But Don't Give Up", già diverso da "Screamadelica", in quanto presenta uno stile tra il funky e il rock'n'roll Stonesiano. Una di quelle ragioni per cui sono iniziate a piovere alcune critiche del tipo "questo è il passo falso di Gillespie e soci". Diffido da queste critiche e vado avanti.

Si apre il portone con "Jailbird" e "Rocks", le due canzoni all'epoca più note, dove Bobby fa il Mick Jagger della situazione e se la cava talmente bene che sembra di sentire proprio un disco degli Stones ad un certo punto. Ma anche loro hanno un cuore acustico che non resta immobile, e la successiva "(I'm Gonna) Cry Myself Blind" ne è la prova. Sensazionale.

Notevole il cameo di George Clinton, uno dei capostipiti del funk, e Denise Johnson all'interno di "Funky Jam", a mio avviso una bomba, un pezzo adatto per essere parte di una colonna sonora di un'estate da sballo. Segue la ballata, anch'essa acustica, "Big Jet Plane", che testimonia come questo "cuore" sia implacabile.

"Free" è forse il pezzo più intimista di tutti, un sax seducente introduce la meravigliosa voce di Denise Johnson ed è difficile non esserne rapiti. "Call On Me" è più vicina al blues-rock che al semplice rock'n'roll.

I profani dei Primal elettronici non rimarranno delusi nell'ascoltare la lunghissima "Struttin'", dove già fuoriescono i suoni acidi, dub, pesanti presenti in "Screamadelica" e che caratterizzeranno di nuovo lo stile della band in seguito.

Ma scommetto che per tali profani "Sad And Blue" sarà un altro pugno allo stomaco. Un inedito coro gospel in una canzone anch'essa molto Jagger style, che svolge il suo compito egregiamente.

E' un autentico viaggio tra il funky e il reggae la titletrack, anch'essa con il duetto vocale tra la Johnson e George Clinton. E' una sorta di testa a testa il momento in cui c'è la sovrapposizione tra il basso e la tromba, forse uno dei punti più alti del disco.

A chiudere il tutto sono due ottime ballate, "I'll Be There For You" ed "Everybody Needs Somebody" (non una cover dell'omonima canzone di "The Blues Brothers", eh!), distanzia totalmente dal rock stile '70.

Dodici anni dopo, queste ispirazioni torneranno ritornate in "Riot City Blues", a detta di Gillespie, peccato che l'impatto secondo me non è lo stesso, vedesi "Country Girl", canzone che in generale non è niente di speciale.

Datemi retta, non sarà "Evil Heat", non sarà "Vanishing Point", non sarà "XTRMNTR", non sarà nessuno di questi capolavori che tanto adoriamo (giustamente), eppure questo disco è bello davvero. Ascoltare per credere.

Carico i commenti...  con calma