Nulla dei Primus deve rimanere fuori da Debaser!!
Ogni loro divulgazione (album, live, Ep, singolo, cazzi e mazzi vari) deve per forza essere presentata et recensita qui da noi.
Giusto appunto ieri mi sono accorto, proferendo parole che è meglio non ripetere, che questo extended play è ancora senza recensione...sigh sigh!!
Ed essendo io medesimo uno dei massimi conoscitori, non soltanto qui da noi, della band del cugggino Les mi par cosa buona e notevolmente giusta occuparmi oggi del supporto fonografico in questione.
Raccolta, di quattro canzoncelle, che i nostri resero disponibile e scaricabile sul loro sito nell'agosto del 2010; immediatamente e con l'abituale avidità sono entrato in possesso del tutto, restando al solito "fulminato" da cotanta bellezza. Perchè, cosa che ho ripetuto qualche centinaia di volte, Les ed i suoi prodi collaboratori sono da quasi trent'anni il mio vertice musicale; niente e nessuno potrà mai scalzarli dalla posizione dominante che hanno assunto!!
Così parlò De...Marga...puntini puntini e a capo!!!
Bando ai proclami adesso però. Allora da dove partiamo?
Iniziamo con il dire che si tratta di quattro songs già edite in precedenza: due sono rintracciabili sul primo album Frizzle Fry (1990) una la potete trovare su Sailing The Seas Of Cheese (1991) ed infine una sull'Album Marrone, meglio noto con l'appellativo, che ovvietà direte voi altri, di Brown Album (1997).
C'è il nuovo batterista Jay Lane da presentare, anche se il termine nuovo non si addice: infatti Jay ha già collaborato con i Primus sul finire degli anni ottanta. E' un ritorno molto gradito; Les vuole andare sul sicuro, non vuole avere problemi con collaboratori sconosciuti; un collado, una sorta di prova per rodare la band che già a messo in cantiere, per il 2011, il sensazionale e quasi inaspettato ritorno discografico...ma questa è un'altra storia, restiamo sull'EP.
I brani vengono riregistrati nello studio di proprietà di Les, quel Rancho Relaxo ubicato direttamente nell'abitazione del bassista a El Sobrante, California. Produzione e mixaggio curato "artigianalmente" dal terzetto come buona parte della produzione messa in opera dai Primus. Si divertono, non devono nulla dimostrare. Liberi di fare a modo loro; fuori dalle mode, dagli schemi. Anche per la libertà assoluta che hanno sempre messo in campo sono per me i numeri UNO!!!
Venendo a questo punto ad occuparmi dei brani, ho molto poco da dire. Ma non vorrei essere frainteso: di ogni singola composizione dei Primus potrei parlare per ore, visto che conosco praticamente tutto a memoria della loro corposa discografia. Da un attento ascolto, tenendo presente le versioni originali, si può subito notare una libertà esecutiva ancora più accentuata: divagazioni strumentali che rendono corposo il minutaggio. Il basso di Les è il faro, la guida sicura per la "scomposta" chitarra del fidato Larry; e Jay non deve fare altro che seguire i due compari, assecondando con il suo drumming serrato, calcolato, dinamico l'imponente lavoro degli strumenti a corda.
Spettacolare dimostrazione di innata classe viene fornita dal gruppo nella prepotente e potentissima esecuzione di American Life; tutto è calcolato, matematico. Nulla è fuori posto. Con quel liquido pulsare del basso nella parte centrale del brano che è puro godimento uditivo: minuti ipnotici, free, dall'incedere Psycho-Progressive. Les riprende il suo farneticante e nasale canto, fino alla deflagrazione conclusiva, all'imperiosa orgia strumentale. Da applausi, poche storie.
Ancora una volta da massimo dei voti!!
Ad Maiora.
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