PRINCE: FALLA FINITA.

Non esiste cosa peggiore di un artista che fa una "mestierata" di poco spessore.
No, anzi... c'è di peggio: cioè quando un artista poliedrico e dinamico del calibro di Prince (mica sciacquetta) si mette a fare un lavoro prevedibile e banalotto come questo 3121. Un lavoro senza quell'inventiva e quella versatilità a cui il nostro ci aveva (ben) abituato con dischi come 1999, Parade, Sign'o the Times o Lovesexy di parecchi anni fa (tanto per nominarne quattro dal mucchio).
Questo disco fa ordunque cacare?! Noo, non voglio arrivare a questo estremo ma che 'sto "marchettone" non sia niente di più di quello che uno si poteva immaginare dal Principe Tappo di oggi, fa già capire come tutto nella vita, prima o poi, si assesta, diventa "norma" e quindi prevedibile e noioso (cominciate col segnarvi questa!) Tutto eh?! Niente escluso...genietti, reucci e madonnine comprese.
Tutto viene integrato e reso "conforme" a quello che il pubblico si aspetta e, tutto sommato, vuole (chiamatelo "marketing" amici e ricordate bene il termine: sarà quello che ci fotterà tutti e tutto da qui a 10 anni - Lesto BANG Docet!).

E allora si comincia col "Funky" da barraccone di ?3121? assolutamente prevedibile come il finale giornaliero di una soap TV per casalinghe disperate: falsetti, skretch molli da dj imbolsiti (si salva il contrappunto di fiati/sinth verso la metà, abbastanza istrionici e straniti? anche questi da copione pure nella loro originalità).
Con "Lolita" si torna al neozoico anteriore con un funky "allaPrince" ancor più prevedibile del primo. Cazzo, non una nota che ci sorprende, con la tastiera suonata anch'essa "allaPrince", coretti sfasati da lolita (appunto), ritmo sincopato, il tutto in un arrangiamento che VOGLIO SPERARE sia volutamente ricalcato sulle sonorità "anni 80" di cui il nostro era il re Mida! Si arriva al marchettone (dicesi "Hit") di "Te Amo Corazon" che scavalco senza nemmeno commentare. E avanti col pappone di prevedibilità di "Black Sweet" che NULLA ci lascia trasparire in quanto inventiva o sorpresa: ragazzi, questo è il "Classico Prince" che più classico non si può: e che cazzo volete di più (sembra di sentire la voce degli echi lontani degli uffici marketing)?! E avanti...
(Già me li vedo i fans incalliti di questo sito a dire "Prince è Prince", "Guai a chi tocca il genietto di Minneapolis" e via con le frasi fatte e i luoghi comuni da gente coi paraocchi adagiata su "quel che già si aspetta e più gli conviene").
Ma io mi/vi dico: cosa cazzo aggiunge un disco così alla sua sterminata produzione (37 album ufficiali di cui francamente almeno la metà si poteva evitare, questo compreso)?! Cosa cazzo mi rappresenta pubblicare un disco "di buon artigianato e mestiere" come questo?
Ma si è dimenticato il nostro di cosa cazzo riusciva a produrre a metà anni 80 e parte dei 90?! Si si...tranquilli, c'è pure la strizzata d'occhio ai "gggiovani" con il simil rap velocizzato di "Incense And Candles" ma che non serve certo a ringiovanire il tutto. E d'altronde come potrebbe esserlo con degli arrangiamenti come quelli (francamente imbarazzanti e granitici) del brano "Love" sputtanatamente sentiti almeno da 30 anni con la tastierina simil-Bontempi a contrappuntare un giro di basso e batteria, che suona datato peggio di un comunicato di Emilio Fede dell'anno scorso.
E non sono per niente completamente "Satisfied" nemmeno con questo brano che perlomeno recupera gli stilemi della classic black song con arrangiamenti "classici" e standard nel suo collocarsi forzatamente come una evergreen del soul. Diciamo che si salva ma ai tempi supplementari. Anche "Fury" mi sembra un carrozzone improvvisato alla bell'e meglio che tanto ricorda ("cita gli anni 80...non l'hai capito che cita?" diranno col ditino inquisitore i soliti fans sfegatati nella loro campana di vetro) decine di altre canzoni del nostro.

Merda allo stato puro? Ribadisco di no...il disco si fa ascoltare come la predica della mamma che in quanto predica verbale, la si ascolta sempre con sorriso benevolo di sufficienza per poi fare quel cazzo che ci pare. C'è, è piacevole sentirla ma so' già COSA e COME lo dice... aria fritta, insomma.
Con "The Word" siamo alle solite... caruccio (con piccolo sbadiglio finale).
"Beautiful, Loved & Blessed" solita ballads "alla Prince" per non parlare della brodaglia di "The Dance" che ha solo il merito di spiazzarci (il titolo presagiva tutto ballo e sculettamenti e invece...tiè!! Forse l'UNICA VERA SORPRESA di questo album). L'album si commiata con la patetica scimmiottata di James Brown del brano "Get On The Boat" dove tutto, ma proprio tutto, viene citato alla lettera: fiati, coretti, stacchi e non dubito che sul palco il Principino Nero ci diletterà con spaccate e passi identici alla vecchiarda Macchina del Sesso (chissà se per allora sarà ingrassato come il 70enne ballerino impomatato...).

Che dire...oh si, si balla, si smuove il culo, certo, e chi dice il contrario, siamo nel piccolo orticello della ?Dance Old Style? con poche bricciole in più di fantasia ma che non mi si venga a parlare del "genietto di Minneapolis" o altre frasi fatte del cazzo che da 20 anni sento dire.
Questo resta un disco che ci restituisce un Principe Giullare&Mestierante ormai in preda alla caricatura di sè, che sta raschiando tutto quello che c'è da raschiare. C'è da citare gli anni 80 TAAAANTO di moda - come insegna la Ciccone Dalgranculone? Bene...avantiiii con la citazione!! Manca l'ispirazione per un arrangiamento? No problem... si rinciccia dall'eroico passato!! Serve un brano soul molto classic per dare "tono"? Si recupera James Brown... e via di questo andazzo!
In poche parole, e per farla breve, MANCA la novità, il gusto dell'eccesso, le divagazioni jazz di certi suoi pezzi, l'originalità zappiana di alcuni arrangiamenti, la follia di certe sue uscite, se vogliamo, anche extra-musicali.
Non so' a voi, ma a me manca Prince, ragazzi, ma "quello vero".
Tenetevi questo "marchettaro di lusso" messo nuovamente a pecora dalla Major di turno, tenetevi i balli sculettanti da discoteca anni'80 e i suoi "brani-cloni" di grand mestiere.
Ridatemi invece il Prince anticonformista e selvaggio che conoscevo, l'istrione che amava rimettersi in gioco ad ogni disco ed ogni brano era una mezza incognita, EP, Triplo album o Black Album che fosse.
Questo "pensionato d'oro del funk/rock", per quel che mi riguarda, potrebbe benissimo chiuderla qui. Magari consegnandoci un Capolavoro VERO fatto col cuore o, tutt'alpiù (alla peggio) con un gesto folle, geniale, all'altezza del suo passato... magari lanciato dal 3121°piano di un grattacielo o perché no, impiccato con il jack della sua chitarra!

Si... PRINCE DOVREBBE FINIRLA QUI.
Finirla da Eroe e non da bravo Artigiano (prossimo alla pensione) a cantare i suoi hit nelle navi da crociera per ricchi petrolieri annoiati e ammogliati.

Sarebbe un gesto eroico impeccabile (o impiccabile), da vera icona dal rock/soul (alla Jim Morrison o Hendrix, per capirsi), forse l'"ultimo" che gli rimane davvero da fare per entrare nel Mito. Per Sempre.
Si u ledar.
Your, Lesto.

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