Dopo un Ep, i Private Line si catapultano nel mondo della discografia con i loro primo vero album, 21st Century Pirates. Anche se al primo impatto si potrebbe storcere il naso, bisogna ascoltarli per capire che questi 5 ragazzi finlandesi, capitanati dal frontman Sammy, sono davvero bravi, e l'album è ottimo.
La prima canzone,"1-800-Out-Of-Nowhere", dimostra l'ottima tecnica del gruppo, che dà vita ad una song che ti entra in testa dal primo momento, con un coinvolgente ritornello, che ad ogni ripetizione sembra crescere di intensità. La seconda song, Little Sister, ha un incedere quasi punk ma è un po' piatta. Con "Forever and a Day" troviamo una traccia di più coinvolgente e che aggiunge più melodia rispetto alla prima song. "While God Save I Destroy" è un po' banale ma da l'idea dell'anima del gruppo-teppista e ricalca il titolo dell'album. Dopo un buon inizio l'album si presenta con la canzone più bella. "Already Dead" si presenta con alternanze melodia-potenza alternate alla perfezione, dove Sammy fa alzare la sua voce ad ottimi acuti. Sullo stesso piano può essere collocata "White-Collar Crime". Dopo però il disco viene cade un po' di stile con la settima traccia e con una "Selflove-Sick" all'ottava che non dicono niente. Il disco recupera nel finale con "Bleed", dove le chitarre si fanno ancora sentire, e con la cover di un classico dei Motley Crue, "Live Wire", discretamente arrangiata e che fa sempre piacere ascoltare. L'up finale del disco è con "Last Night On Earth", che vuole essere una ballata rock stile Guns'n'Roses, e ci riesce molto bene.
In conclusione consiglio molto i Private Line a che ha amato e ama l'hard rock anni 80, poiché danno una rinfrescata al genere, con molta, molta originalità.
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