Decimo album in studio ,come si capisce dal titolo,del combo newyorchese. E decimo centro di una carriera inpeccabile e coerente fino all'osso.

Nati nel '92 per volere del cantante e bassista Gary Meskil ex componente dei CRUMBSUCKER, seminale band crossover metal-hardcore degli anni ottanta, i PRO-PAIN si sono distinti nel corso degli anni per la loro attitudine e coerenza musicale tanto legata all'hardcore anni '80 che al thrash metal. Da sempre schierati contro "l'american life" dilagante e tutte le sue disastrose conseguenze, con questo album creano una sorta di compcet album, equiparando le antiche crociate alla moderna crociata militare degli USA nei paesi asiatici. Chi conosce i Pro-pain sa che la loro posizione non e' dettata da moda anti-Bush ma radicata nel profondo dell'esistenza stessa della band da quindici anni a questa parte.

I loro album,seppur tacciati di ripetitivita' da chi ascolta distrattamente, hanno sempre racchiuso delle diversita', passando dal crossover del primo album e di "CONTENTS UNDER PRESSURE" (1996) al THRASH di "THE TRUTH HURTS" (1994) e "FISTFUL OF HATE" (2004) al HARDCORE'N'ROLL di "ACT OF GOD" (1999) e "ROUND 6" (2000).

Il nuovo disco lascia la pesantezza metal dell'ultimo "PROPHETS OF DOOM" (2005) per tornare ad un suono piu' veloce e rock nel contesto globale.Sorretti dal vocione alla carta vetrata di MESKIL, dalla chitarra con tanto di assoli di TOM KLIMCHUCK (insieme a Meskil unico membro originale della prima line-up) ed ERIC KLINGER e dal nuovo batterista (sebbene sia il suo terzo disco registrato con i Pro-pain) JC DWYER.

Nel complesso "AGE OF TYRANNY" si puo' definire una summa del PRO-PAIN sound. Se da un lato troviamo classiche bordate hardcore come "LEVELER" o l'iniziale "THE NEW REALITY" dall'altra troviamo canzoni con impostazione rock'n'roll come la divertente (se cosi' si puo' definire?) "ALL FOR KING GEORGE" e "COMPANY JERK",la piu' moderna "BEYOND THE PALE" con MATTHEW BIZILLA degli ICARUS WITCH alla voce,classiche thrash song come "PIGS IN CLOVER" o mid-tempo pesanti e fumosi come "IMPEACH,INDICT,IMPRISON" o "IRAQNAM"

Quindi chi ama i Pro-pain, qui in Italia ben poche persone (mi ricordo un concerto al Babylonia di Biella con una cinquantina di persone), sa cosa aspettarsi da loro.Per chi ancora non li conoscesse, in Germania hanno un mercato ben maggiore che in madre patria, questo disco potrebbe essere un buon inizio per conoscere una buona band che ha sempre lavorato ai margini del music-business, stando lontano da mode e circuiti commerciali anche in tempi come questi dove centinaia di giovani band si proclamano Metal-core senza nemmeno avvicinarsi a band che quel genere lo suonavano vent'anni fa, con la vera attitudine che si addice al genere.

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