Cosa passi per la mente di quel simpatico mentecatto di Robert Fripp piacerebbe saperlo a molti. Perchè quasi ogni uscita discografica è stata un capolavoro. Perchè le idee fluiscono impietose dal manico della sua chitarra. Perchè ha inventato i frippetronics. Perchè ha inventato il prog (su questo avrete da ridire, forse il prog l'hanno inventato i Moody Blues, o i Nice o altra gente, ma sento che avrete da ridire).

Quando poi Fripp decide di dare vita a dei progetti collaterali e paralleli ai Crimson, con i componenti dei Crimson (Bruford, Belew, Gunn, Levin e Mastellotto, ad alternarsi nei vari ProjeKcts), che suonano ai concerti dei Crimson (3 Marzo 2003 a causa dell'indisposizione fisica di Belew si esibì il ProjeKct Three), che a volte ripropongono canzoni dei Crimson (ad esempio il ProjeKct Two in tour suonò Dinosaur e Vrooom) ci viene ancor di più da chiederci cosa gli passi per la testa. O almeno ci basterebbe sapere come faccia a scrivere musica così deviata.

Nel 1998 Fripp organizzò con tre amici (Trey Gunn, Tony Levin e Pat Mastelotto) l'ennesima formazione della sua carriera: il ProjeKct Four. Con questo gruppo ha rilasciato due live di notevole caratura improvvisata e sperimentale. "West Coast Live" si sviluppa lungo trame psichedeliche e deviate, che hanno come filo conduttore le rotondità del basso di quel fenomeno di Levin e le sonorità elettroniche della batteria di Mastelotto. Se poi aggiungiamo le amenità della warr guitar di Trey Gunn e i suoni effettati e "maledetti" della chitarra di Fripp - che talvolta hanno il suono di un synth - allora la caratura aumenta.

La prima parte è una suite in quattro parti (più o meno 24 minuti), intitolata "Ghost": è di una bellezza siderale, immateriale, eterea e oscura allo stesso tempo, soprattutto la quarta parte. La parte centrale è formata da tre canzoni (che aumentano il running time di altri 17 minuti circa): "Deception Of The Thrush", lento e terrificante pezzo quasi elettronico, con un sei corde asmatico e soffocante, "Hindu Fizz" (notevole dispiego di percussioni varie e grande applauso del pubblico alla fine dell'esecuzione) e "Projektion", con discreti assoli elettrificanti di Fripp. La terza e conclusiva parte (un altro quarto d'ora o giù di lì) è intitolata di nuovo "Ghost": si apre con un minuto e mezzo di solo basso simil-fusion, che sfocia in un astro-viaggio psichedelico sulla navicella degli accordi di Fripp (a farne di viaggi del genere!).

E' un album difficile, e non mi sembra che ci sia altro da aggiungere. Quando quattro geni si incontrano non può che uscire un gran disco.

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