Il gruppo più volgare, sboccato e "socialmente utile" torna con un nuovo disco. I Prophilax ci portano ancora una volta in un'avventura musicale fatta di sesso, volgarità ma anche fatta di corruzioni, falsità, politica e quant'altro.

"Coito ergo sum", questo il titolo della nuova porno-fatica, si è fatto aspettare molto. L'ultima fatica ufficiale della band fu "Il quinto escremento", seguito dal live "Analive", che avevano riscosso molto successo con canzoni divenute presto dei classici della band.

Premetto che la validità musicale del combo romano non è in discussione: musicisti di prima scelta, dei fuoriclasse della musica (Ludovico, in arte Sbohr, è un vero maestro della sei corde), ma stavolta forse si son concentrati troppo sull'aspetto sociale e di protesta dei testi e un pò meno sull'aspetto musicale, magari marginale nella loro proposta artistica, ma altrettanto importante.

Ceppaflex (al secolo Fabio Pinci) ce l'ha con tutti, a partire dalla Chiesa (ne è un esempio "Clerottura dei Cojoni" e "Frate 'nkiappetto" due piccoli), alla società odierna ("Vivi e lascia Chiavare", "Altri cazzi, stessi culi" o l'esilarante "Corchiamo la vigilessa"), per passare per la televisione e per le censure in radio ("Silicojone" e "Mandami in radio col bip", due degli episodi più brillanti di questo nuovo disco). Non mancano le tematiche più allegre, come "Big Bamboo" o "Stronzemon".

Ogni canzone, più o meno, è introdotta da un'introduzione esilarante, recitata dai musicisti.

Tuttavia, ripeto, oltre alla lotta sociale, questo disco mi ha sbalordito per una ripetitività di fondo, cosa che non riscontravo nel precedente, che oltre a divertire di più, era anche esaltante per delle scelte musicali azzeccate.
Qui i riff non sono nulla di eccezionale, le melodie povere e gli assoli un pò troppo pirotecnici.

Un disco che va preso per quello che è: un'ottima protesta, con ottime tematiche trattate con il loro inconfondibile linguaggio scurrile, ma si parla pur sempre di musica, e quella qui stupisce poco.

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