"Force the Hand of Chance", uscito nel 1982, è l'opera prima dei terribili Psychic TV, la band capitanata da Genesis P-Orrdige, bassista/cantante dei seminali pionieri della musica industriale Throbbing Gristle.
Chiusa l'esaltante esperienza dei TG, il tomo primo della saga Psychic TV (fondati nel lontano 1979) può contare sul contributo fondamentale dell'ex TG Peter Christopherson (che nel frattempo aveva dato vita agli altrettanto formidabili Coil) ed Alex Ferguson (anch'egli coinvolto nel neonato progetto Coil e in precedenza militante nei meno noti Alternative TV).
Il legame con TG e Coil emerge comprensibilmente in più di un frangente, nelle atmosfere malsane che pervadono l'album come in certe soluzioni ancora tributarie della fosca tradizione industriale, ma è evidente come la personalità debordante di P-Orridge appaia già ampiamente fuori da ogni controllo e ben oltre la stessa cultura industriale che lui stesso aveva contribuito a forgiare.
La volontà di uscire da certi schemi oramai condannati a perdere il loro significato originario è palese fin dall'opener "Just Drifting", una dolce ballata folk con tanto di violini mielosi e canto sornione: niente meno che una ninna-nanna che il cantante dedica con amore alla figlia appena nata.
Non accantonando del tutto le tecniche del sampling e dei collage sonori, P-Orridge dà così sfogo totale alle proprie pulsioni, tornando ad una concezione più tradizionale del fare musica, in un certo senso, ad un approccio più rock oriented.
Il risultato è questo "Force to Hand of Chance", un concentrato di follia che sa pescare sapientemente dal rock e dalla psichedelia degli anni sessanta e settanta (Syd Barrett e Velvet Underground su tutti), come dal pop, dal dark, dalla dance e dal folk cantautoriale (e questo in anni in cui tale paradigma non era stato ancora abbracciato da altre glorie del dark-industrial britannico come Death in June e Current 93).
A mo' di corollario: un forte impatto scenico, generato dall'esasperazione della componente multimediale ereditata direttamente dall'esperienza TG (gli show degli Psychic TV, accompagnati da proiezioni contenenti ogni sorta di oscenità, verranno ricordati fra le esperienze più scioccanti che la storia della musica ci abbia consegnato - scelta che portò lo stesso P-Orridge ad avere seri problemi con la giustizia).
Un caleidoscopio di colori foschi, questo "Force the Hand of Chance", dove ballate strampalate ed autentici incubi industriali trovano il collante nella furia visionaria di P-Orridge, nella sua voce acida e sgraziata, nei suoi eccessi, nelle sue intemperanze, nonché nei dettami filosofici che stanno alla base del progetto stesso: nasce il movimento della "Gioventù Psichica", sorta di para-religione di cui gli Psychic TV si fanno portavoce e divulgatori.
Di questa missione troviamo il sentore nelle lunghe tracce atmosferiche, ideali ambientazioni per la voce profetica di P-Orridge: il Tempio della "Psychick Youth" è un luogo metafisico a metà strada fra il delirio visionario di un tossico e le profezie di un santone.
Inutile, a questo punto, citare un pezzo piuttosto che un altro: fra sacro e profano, ogni episodio brilla di luce propria. Da segnalare, tuttavia, la partecipazione di Marc Almond (ex Soft Cell) in "Guiltless" e in "Stolen Kisses"; e i contributi di Kennie Wellington e Claude Deppa nel classicissimo "Ov Power", assalto techno-rave ante-litteram, ancora bagnato dai rigurgiti funky tipici della dance di fine anni settanta.
Da un punto di vista concettuale e musicale l'album rappresenta certamente un passo indietro rispetto al passato, e questo, del resto, è comprensibile se si pensa a P-Orridge come all'anima anarchica ed impulsiva dei TG. Aspetto da cui consegue necessariamente un approccio alla musica decisamente più immediato e poco riflessivo.
Eppure, con tutte le sue sbavature, le sue imprecisioni e i suoi difetti, "Force the Hand of Chance" è quanto di più ispirato, sincero e rappresentativo sia uscito a nome Psychic TV: se infatti la caratura artistica di un personaggio come P-Orridge e il potenziale di rottura della sua musica rimangono assolutamente fuori discussione, c'è da ricordare, ahimè, che non sempre la qualità della sterminata produzione discografica dei suoi Psychic TV si sia negli anni assestata a livelli eccelsi.
Basti pensare al folle disegno di pubblicare un live album ogni 23 del mese per 23 mesi: un disegno che, concepito per contrastare le logiche commerciali e i ritmi di pubblicazione imposti dal mercato discografico, negli anni finirà per minare la credibilità di un personaggio che ha contribuito, nel bene e nel male, a rivoluzionare la storia della musica.
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