Lo Schiaccianoci.

Lo conosci se sei un appassionato di balletto classico e quasi sicuramente l’hai apprezzato a teatro; magari anni fa l’hai pure danzato.

Lo conosci fin da quando probabilmente l’hai guardato in televisione, perché adori l'atmosfera del Natale.

Lo conosci perfino se non lo sai; perché, se ne senti distrattamente qualche inflazionato passaggio musicale, magari ti metti pure a fischiettarlo.

Io appartenevo alla terza categoria fino a qualche tempo fa, quando mi sono davvero avvicinato a quel calderone fantastico che è la musica classica; e, con essa, al balletto.

Succede a tanti: si rivede – questa  volta con un minimo di cognizione di causa – Fantasia, si ascolta infinite volte la suite orchestrale (che di Cajkovskij, compositore incredibile, è l’opera 71a); finalmente lo si vede.

A Londra. A Milano.

Il cinema riesce a colmare la pesante assenza della magia del teatro, della sua visione d’insieme, della sua atmosfera, con una visione privilegiata sul palcoscenico – dettagli e volti, muscoli e costumi. E l’allestimento della Royal Opera House, in cartello in questo periodo nella capitale inglese e – ieri sera, nei cinema di ventinove nazioni –, da vedere ha tanto, tantissimo.

I volti belli e i corpi perfetti di Francesca Hayward e Laura Morera, per esempio: un’incantevole Clara la prima, una soave Fata Confetto la seconda. O La grande espressività di Gary Avis nei panni di Drosselmeyer, il cui carisma e le cui movenze ne fanno una sorta di controparte luminosa di quello che è il Rothbart dell’altrettanto celebre Lago dei cigni.

E poi colori e luci; fiocchi di neve e giocattoli di legno; un’impeccabile orchestra che, da quanto è un tutt’uno con quello che vedi, quasi ti dimentichi che è lì, in quella buca, a regalarti brividi di violino e lacrime di celesta.

Ma è di ballo si parla; e tutto quanto, dalla scenografia ricca e avvolgente al pathos recitativo, non può che reggere sulla bravura dei ballerini e sulle coreografie del ben invecchiato Peter Wright.

Ed io, che di balletti ne ho visti due, che vi dovrei dire sennonché lo schiaccianoci mi ha fatto sognare?

Ho guardato polpacci, braccia, gambe e capelli roteare nella neve e tra gli zufoli; ho ammirato con stupore ventri perfetti di danze arabe e variazioni di confetto.

Ho sognato il sorriso e gli occhi di Clara, incredibile controparte di gambe mai appoggiate a terra.

Il mio respiro è rimasto sospeso sulle punte.

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