Vent'anni di carriera trascorsi nell'emisfero hip hop hanno un sapore particolare, non solo per i Public Enemy che tagliano tale traguardo, ma per tutta la scena, che proprio nel corso di questo periodo ha prima toccato il suo apice di rilevanza assoluta e ha poi visto disperdersi e diffondersi i germi rap in diversi contesti e ne ha osservato l'estrema commercializzazione da un lato e la nascita delle correnti avant e alternative dall'altro.
I Public Enemy - all'interno di tale ambito - si sono sempre collocati su di un piano diverso, superiore verrebbe da dire, in quanto l'apporto fornito da Chuck D e compagni è stato quello di chi ha dettato le regole, ha indicato la via, ha saputo mutare, ha dato un contributo determinante allo sviluppo teorico e alla attuazione pratica del crossover, ha avuto una rilevanza culturale pari a quella sonora e, pur conoscendo momenti meno brillanti (nell'ultima parte del corso discografico) ha scritto la storia della musica (e non solo del genere specifico). L'evento viene celebrato con la pubblicazione di un nuovo lavoro accompagnato da un DVD quanto mai ricco di contenuti e senza maggiorazione di prezzo, all'interno del quale troverete video, concerti, vita on the road, interviste, fotografie e altro ancora. I festeggiamenti sono quindi il mezzo per divulgare, ulteriormente, il verbo. E "How You Sell Soul To A Soulless People Who Sold Their Soul!???" è la manifestazione di quell'anima trasversale di cui si parlava prima, addirittura lo si potrebbe indicare come l'album (il decimo) più contaminato rilasciato sinora dal gruppo, oltre che capace di mettere in mostra un numero considerevole di canzoni totalmente competitive: "Harder Than You Think" (in pratica la summa del loro meglio virata in chiave funky), "Black Is Back" (dove troviamo chitarre che incidono pesantemente), "Sex, Drugs & Violence" (con KRS-One al microfono), "Amerikan Gangster" (traslata in un contesto gotico/urbano), "Flavor Man" (fonte di felicità in note), "Escapism" (dove seduzioni liquide e downtempo incontrano un feeling soul), "Frankenstar" (electro-rap-metal), "Long And Whining Road" (emo-hip hop?) e "Eve Of Destruction" (rifacimento in chiave cyber-dark dell'omonimo pezzo di Barry McGuire risalente al 1965). E poi ci sono beat fantasiosi e battaglieri, fiati, chitarre, rime che feriscono con intelligenza, un utilizzo delle voci che palesa una creatività ricca di soluzioni e una produzione stratosferica, che esalta al meglio le tracce.
I maestri dimostrano che l'hip hop non è quella buffonata che i canali di diffusione che vanno per la maggiore continuano a propinarci e che sarebbero meritevoli di una esposizione ben più vasta, anche se non sono più sotto contratto con una major (per scelta e coerenza) e anche se qualcuno vorrebbe favi credere che non sono più "hype". Appunto finale per coloro i quali hanno spinto l'hip hop verso altri lidi (indipendenti e avanguardisti, per intenderci, o "intellettuali" se preferite); va bene guardare al futuro e alle ipotesi evolutive, ma non dimenticatevi mai degli Artisti che hanno portato il suono a livelli non replicabili e che hanno tutt'ora la capacità di spaccare. This is the power of music!
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