Da adolescente, avevo 13 anni, mi avvicinai alla musica punk dopo aver ascoltato per anni (e non mi vergogno a dirlo, dato che hanno formato la mia cultura musicale) tutti i fenomeni commerciali che passava la televisione (Spice Girls, Take That, Backstreet Boys ma anche Ligabue, Alanis Morrissette, Daft Punk). I primi gruppi cosiddetti "della svolta" che ascoltai furono i Punkreas e i NOFX. Ecco, con questo, non voglio fare un revival del passato ma voglio solamente dire che, ora, col passare degli anni (ne ho 20 adesso), apprezzo ancora questo album sincero (a differenza degli album successivi dei Punkreas fabbricati in odore del dio denaro), che rispecchia un certo tipo di ideologia (sbagliata o giusta che sia) e un certo tipo di coerenza. Cosa fondamentale, se si vuole fare musica che intacca la sfera politico-sociale, è la coerenza.
I Punkreas, oggi, sono la caricatura di loro stessi. Sono terribilmenti falsi (tant'è vero che un loro cd, mi sembra il penultimo, si chiama proprio "Falso"), meschini quindi poco credibili. Ma lo stesso discorso vale anche per i 99 Posse, MCR e tutti gli altri gruppi o cantanti che, con la scusa della questione ideologico-sociale, guadagnano soldi su soldi. Ai tempi di "Paranoia e potere" i Punkreas non sono ancora conosciutissimi, gruppo post-adolescenziale, che, con quest'album, inizia a sfornare canzoni contenenti frasi mirate ("Disonora lo Stato e brucia la bandiera" in "Tutti in pista" oppure "Macabra festa in quel dell'arena di Spagna, sadismo e perversione e un cumulo di grida, c'è anche il re seduto insieme alla sua cagna, si apprestano a guardare ciò che chiamano corrida"), forti, che predicano di situazioni impossibili, dis-umane, atroci ma parlano anche di politica, di una chiesa medievale, di storia, anche se, a volte, in maniera superficiale.
Musicalmente, in "Paranoia e potere" (ma anche nei successivi) non sono un granché. Sono grezzi, proprio come chiede la tradizione del punk, ma sono efficaci, diretti, mai banali. Fanno musica divertente, su cui ci si può riflettere ma anche pogare, ed era questo lo spirito del gruppo. Adesso però tutto è cambiato. I Punkreas iniziano a partecipare a trasmissioni televisive di canali musicali importanti (e imponenti), si allineano allo standard musicale che va di moda in questo momento, ovvero il punk-pop, e per vederli dal vivo, adesso, devi pagare da 13 a 17 euro (mentre prima suonavano, la maggior parte delle volte, gratis o se si pagava, si pagava poco).
Insomma, per concludere, i veri Punkreas sono quelli di "Paranoia e potere" e degli album precedenti. Quei ragazzi che lottavano per una loro idea del mondo (anche se, secondo me, sbagliata) e suonavano e facevano musica in funzione di questa loro idea (come del resto facevano i primi 99 Posse che io tanto critico). Oggi non sono altro che dei trentenni che fanno punk confezione lusso per ragazzini pseudo-ribelli.
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