Premessa: questo è un disco di Devin Townsend.

Non è acquistabile tramite i convenzionali canali di distribuzione e questa è la figata. Per averlo, ho dovuto praticamente ordinarlo alla HDR records, etichetta personale di Devin. Mi è arrivato dopo una settimana e con mia grande sorpresa conteneva una chicca tenerissima da fan coccolone; un biglietto scritto a mano su carta da block notes con tanto di ringraziementi e un cuoricino dello stesso Devin. Sarà malato di mente, ma quanto è tenero!

L'albulm è una specie di concept demenziale che nasconde una grande critica e una feroce lezione.

Siamo ad un concerto. Un gruppo dalle influenze Death metal chiaramente ispirate ai "Morbid Angel" sta tenendo un concerto dal vivo. Riff assassini, trame intricatissime e canto Growl travolgono gli spettatori in delirio, finché, al cantante chitarrista (Devin) si spezza una corda della chitarra. Per reazione, Devin, grida nel microfono con voce da castrato: "Broken String!" rendendosi immediatamente conto che non è il timbro più adatto in quel contesto. Con la voce da Orso al quale è appena stato ciulato il portafoglio, ripete; "Brooookkkkeeeenn Sttttrrriiinnnggg!".

La band non sa che cazzo fare: Le chitarre e il basso si bloccano per il panico mentre il professionale batterista continua a tenere il tempo per non far sospettare il pubblico. A quel punto che si può fare in quelle condizioni?

Punk naturalmente! Tanto che cazzo ci vuole. (Questa è la critica)

Viene improvvisato un concerto con ritmi scontati e giri armonici standard ma il talento trasforma tutto in un travolgente delirio da caos anni settanta. Anche se le strutture son sempre le solite abusate da qualunque gruppo punk, il gusto personale fa nascere dei brani dall'appeal irresistibile e scanzonato d'altri tempi. Si viaggia su ritmi da caciara con impennate melodiche da fuori classe che nobilitano il genere più bistrattato nella storia del rock. (Questa è la lezione)

Si ride, ci si diverte e si gode di spunti musicali notevoli. Alla fine, resta la sensazione che quando si sanno fare le cose e si ha talento, il genere che si propone conta poco se c'è la sostanza.

Genio!

 

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