La storia è piuttosto conosciuta: Mostra del Cinema di Venezia del 1986. Walter Chiari, con il film "Romance", viene dato per favorito all'ambita Coppa Volpi al miglior attore. A sorpresa il premio va a Carlo Delle Piane per un film di Pupi Avati, lo stesso regista 15 anni dopo realizza un film partendo proprio da quell'episodio intitolato "Festival".

Ci si potrebbe chiedere: era meritato il premio a Delle Piane?

Guardando "Regalo di Natale" vien da dire di sì. La trama del film, in apparenza, non è complicata: tre amici, Stefano, Lele e Ugo, tramite quest'ultimo, riescono ad agganciare un imprenditore che costruisce giocattoli, l'Avvocato Santelia (interpretato da Delle Piane), sperando di spennarlo sul tavolo verde in una partita a poker allo scopo di spartirsi la vincita. Sia Lele sia Ugo hanno problemi economici e l'occasione di quella sera potrebbe rilanciarli. Alla buon riuscita della partita cercano di riannodare i fili con Franco (interpretato da Diego Abatantuono), proprietario di un rinomato cinema nel centro di Milano e vecchio amico dei tre. Non si vedono da anni e quindi non è facile convincerlo ma Franco alla fine accetta, sperando di guadagnarci anche lui visto che il cinema non versa in una situazione finanziaria ideale. Il problema grosso è farlo incontrare con Ugo, visto che i due avevano rotto la solida amicizia che li legava per una storia di donne.

Tra le carte e le fiches sul tavolo finiscono rivalse, i vecchi dissapori ed una donna che sembra legata a tutti e a nessuno: si chiama Martina ed è la causa del litigio tra Ugo e Franco. Avati, nel tentativo di rendere la storia più interessante e ricca di tensione, crea un'atmosfera di un certo tipo: il film è quasi sempre ambientato in spazi chiusi, stretti, all'interno di una villa poco fuori Bologna. Giocare con le luci non è facile ma Avati ci riesce bene, grazie ad un buonissimo lavoro sulla fotografia: crea dei chiaroscuri che mettono bene in risalto i personaggi. Infatti il film punta molto sulle gestualità degli attori: è racchiusa in essa la chiave del film, nei movimenti facciali e delle mani. Tra i 5 si crea un doppio dialogo, fatto da una parte con le parole e dall'altra con tutta una sua gestualità. La telecamera rimbalza tra un personaggio e l'altro, soprattutto tra Franco e Santelia. La recitazione è fatta con molte pause, sottoritmo, e questo esalta le qualità di Delle Piane (è lui stesso ad averlo ammesso in diverse interviste).

Il lavoro sugli attori si vede soprattutto su Abatantuono, non abituato ad un ruolo così drammatico e quindi ad un certo tipo di recitazione fisica e vocale. Avati lo plasma secondo le sue esigenze cinematografiche e ci riesce benissimo. Il risultato è quello di un interpretazione molto bella che apre la strada a quello che si vedrà nella "Trilogia della Fuga" di Salvatores. Completa il quadro d'insieme la splendida colonna sonora di Riz Ortolani. 18 anni dopo verrà realizzato un remake di questo film, "Rivincita di Natale". Rispetto al precedente la sceneggiatura pecca un pochino (ripetersi sarebbe stato piuttosto complicato) ma stilisticamente e visivamente la stessa squadra di 18 anni prima riesce a compiere un buon lavoro. "Regalo di Natale" invece resta un gioiello di estetica cinematografica racchiusa in una storia drammatica e dagli sbocchi molto cupi.

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