Cos'è che fa la differenza in un album death metal? Sicuramente la tecnica dei componenti ha un ruolo molto importante per la buona realizzazione di un album, come d'altronde un'adeguata produzione, ma c'è una cosa che da sola basta ad appagare gli instancabili ascoltatori di metallo mortifero, ovvero l'atmosfera. Se un disco sprigiona la giusta atmosfera nient'altro conta più, come ben sapevano i Purtenance nell'ormai lontano 1992 quando esordirono con "Member of Immortal Damnation".
Nati tre anni prima come Purtenance Avulsion nella città di Nokia, come i Convulse, giungono al debutto dopo l'EP apripista "Crown Waits the Immortal", in cui mostrano già di che pasta sono fatti, e lo fanno in grande stile. Infatti ci troviamo di fronte ad uno dei migliori album di death finnico mai realizzati e annoverabile tra i classici della scena.
Prima si parlava di atmosfera e ascoltando questo lavoro ci si accorge che il suono dei Purtenance riesce a trasmettere come pochi altri sensazioni di smarrimento e alienazione, come se lo scheletrico cavaliere raffigurato in copertina ci conducesse in una lunga e lenta marcia attraverso un paesaggio ostile e nebbioso, costeggiando laghi ghiacciati dove tutto è immobile ed il sole non è altro che un lontano ricordo, e dopo l'iniziale sgomento però tutta l'angoscia sparirà e resteremo ammaliati perché come mi ostino a ribadire il death metal finlandese è ipnotico ed in quanto tale riesce a catturare l'ascoltatore che non potrà più fare a meno di questo stile sinistro e melodico a cui non manca mai un pizzico di doom. Doom che però nel caso dei Purtenance è ben più di una semplice influenza, infatti tra tutti i gruppi locali erano sicuramente quelli che più di ogni altro viaggiavano con il freno a mano tirato, e basta ascoltare l'iniziale "Black Vision", dal titolo molto evocativo, per rendersene conto. Non mancano comunque momenti più movimentati come le ultime quattro canzoni che sembrano volerci svegliare dal sonno incantato in cui siamo caduti anche grazie alla delicata traccia strumentale "Lacus Somniorum", una piacevole sorpresa all'interno di questo oscuro album.
In seguito la storia del gruppo proseguirà secondo un copione già visto altre volte, ovvero scioglimento dopo l'ottimo primo lavoro e successiva reunion dieci anni dopo, in questo caso con metà della formazione originale. Il death metal, ed il metal in generale, è ormai un genere che vive nel passato e il suo futuro è decisamente fosco e tenebroso, qui non inteso in senso buono.
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