E’ per me un vero onore recensire questo disco: “Ah si? Embè? E allora? So what?” direte voi credendo che non sia che l’ennesimo residuato raccattato in un mailorder fallito due ore dopo l’acquisto. Ma vi sbagliate, questo è ovvio, altrimenti non c’era motivo di dire tutte queste inutili cazzate. Ma cosa avrà mai di speciale questo dischetto qui?

Ah, non lo chiedete a me, non ne ho la più pallida idea; tuttavia ho constatato che è uno dei pochi album che avrà a stento venduto qualche migliaio di copie ad essere universalmente additato come capolavoro dai vari branchi di Homines (NonSatis)Sapientes Brutallarenses. C’è di peggio; alla stregua dei Demilich (anche se nettamente inferiori) i Pyaemia sono state delle autentiche meteore nel panorama Brutal Death Metal e dopo la pubblicazione di “Cranial Blowout” (una demo) e di questo cd nel 2001, si sono sciolti sparendo nella nebbia (questo era da Signora in giallo). Le cause di questa decisione vanno ricercate nel grave infortunio che ha colpito il batterista del complesso, le capicità del quale sono state definitivamente compromesse; questa triste vicenda ha portato i suoi (mai termine è stato più appropriato) compagni a decidere di mettere un punto all’esperienza Pyaemia (nonostante, lo ripeto, il grande successo).

A parte questo bel gesto, questi ragazzi Olandesi hanno lasciato una traccia più o meno indelebile nella storia del Brutal Death, indelebilità che però sulle prime potrebbe sembrare esagerata. Ascoltando tutto “Cerebral Cereal” una prima volta, si potrebbe avere l’impressione di avere già sentito quanto suonato dai quattro, ma ad un orecchio allenato non sfuggono alcuni particolari inconsueti che sommati tutti insieme spiegano (forse) il successo del disco. Tanto per iniziare, il sound è una strana copula tra il Brutal Death Floridiano (Cannibal Corpse, Monstrosity etc) e di quello Newyorchese (Suffocation, Dying Fetus, vistose le influenze di questi ultimi) che non solo rappresenta una stravaganza di per sé, ma è una singolarità specialmente a livello topografico; infatti le band di quest’area geografica sono generalmente dedite al Death Grind (Prostitute Disfigurement, Aborted, Leng T’ Che) o al Death tradizionale (Sinister, Gorefest), ma molto poche invece suonano Brutal Death.

Sia chiaro che i Pyaemia di nuovo fanno ben poco, tuttavia quel poco che fanno lo fanno talmente bene da meritarsi un posto trai “grandi” con questo solo “Cerebral Cereal”; l’innovazione, se così si può definire, arriva soprattutto sul piano tecnico in quanto i nostri stravolgono parzialmente le strutture del genere con delle inaudite trovate. In particolar modo il compianto batterista, dietro le pelli si rivela un vero fenomeno e da vita ad un drumming favoloso. Accanto al solito blast beat, costui inserisce rullate assurde, passaggi ad effetto, numeri da equilibrista e quant’altro possa servire a creare una struttura dinamica senza cadere nel mero sfoggio di capacità. Ovviamente il “lavoro sporco” non lo fa solo lui, ma è ampiamente aiutato dal bassista; non aspettatevi (solo) gli stacchi di basso ricorrenti nei dischi di alcuni “big” del Death Metal (Cryptopsy, Gorguts e mille altri), qui le partiture stesse sono complicatissime e soprattutto udibilissime. Non è raro sentire il basso che segue con millimetrica precisione il riffing di chitarra (ad esempio in “Impaled On Stakes”) né poterlo apprezzare mentre svolge la sua funzione di “tappa buchi” in maniera a dir poco personale.

Un po’ più scontato invece il riffing, che resta ancorato allo stile classico dei gruppi citati in apertura: quella del chitarrista rimane una buona prestazione solo che è poco pepata, e in fin dei conti stufa abbastanza in fretta. Simile il discorso da fare riguardo al growling del cantante, potente e rabbioso ma privo di scarti che non avrebbero guastato in un contesto simile. Ottima la produzione, tipicamente ”Old Style” e molto filtrata ma contemporaneamente pulita e non confusionaria. Incredibile invece sia la perizia esecutiva di questi debuttanti si ala loro abilità compositiva;  nonostante questo fosse il loro primo vero Lp, i Pyaemia dimostrano di saper strutturare le canzoni in maniera non indifferente, in particolare di saper maneggiare bene rallentamenti ed accelerazioni tipiche del Brutal Death. Nonostante ciò alcuni pezzi risultano non tanto ispirati e di sicuro inferiori rispetto alle loro potenziali capacità. Purtroppo nessuno potrà mai sapere come si sarebbe evoluto il loro stile, se la loro combinazione tra l’efferatezza del sound Floridiano e la potenza di quello della Grande Mela avrebbe dato buoni risultati o meno (anche se ce ne si può fare un’ideando i loro “figliocci”, i Brutus).

Un buon gruppo prematuramente scomparso che merita il successo che ha avuto ma che ha bisogno di qualcuno che gli ponga dei limiti: parlare di capolavoro è azzardato, ma sicuramente “Cerebral Cereal” merita di essere ricordato.

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