"Devo raccontarle di un sogno ricorrente" - disse il paziente.
"Sono in una stanza blu" - aggiunse- "ma di colore grigio" - disse. "Sono un bambino, e nel sogno è il 1983" - aggiunse.
"E cosa faceva, da bambino?" - disse il dottore.
"Da bambino poggiavo la testa sul pavimento. Immaginavo facce ritorte nelle macchioline di marmo. Immaginavo spesso di avere un cane. Vomitavo se bevevo latte. Ascoltavo i Pylon" - rispose il paziente.
"C'è suo padre, in questo sogno blu?" - chiese il dottore.
"No, nient'affatto." - disse l'uomo.
"C'è sua madre, allora?" - lo incalzò il dottore, col fare di uno che sa già la risposta.
"No, proprio no, ci sono solo i Pylon" - disse il paziente.
"Bene." - disse il dottore.
"Bene cosa?" - s'interrogò il paziente.
"Bene." - disse il dottore.
Silenzio.
"Ho capito!" - escalmò il paziente. "Lei vuole che le parli dei Pylon, il misconosciuto gruppo di Athens, i concittadini sfigati dei R.E.M, i prodromi mai sbocciati della wave-punkitudine tanto in voga nei dancefloors dei giorni nostri per ricollegare le flebili, sparute, insondabili emozioni del mio passato-miserrimo al mio vissuto-odierno" - disse il paziente.
"Uno 'spostamento' freudiano, vero dottore" -disse il paziente- "è di questo che stiamo parlando? Una simbolizzazione in quanto elemento accettabile alla coscienza che nasconde un contenuto che sembrava innaccettabile?".
"Beh sì" - disse il dottore. "Decisamente" - aggiunse.
"Vede dottore, i Pylon mi facevano ballare, mi facevano 'sballare'. Ero un timido-inguaribile, e quest'album, "Chomp More" (edito nel 2009 come ristampa dell'ottantesco "Chomp" più altri brani insaccatigli da "Gyrate") era l'unica cosa che mi tenesse a galla, all'epoca".
Il dottore si grattò il mento.
Silenzio.
"Ho capito, cazzo ho capito" - disse il paziente.
"Ha capito?" - disse il dottore.
"Ho capito" - ribadì l'uomo. "Lei vorrebbe che interiorizzassi la parabola obliqua dei Pylon, financo la scaletta ondivaga di questo ciddì, fra hit cinefile di film mai girati ("Italian Movie Theme"), odi sioux-iane ("Crazy"), proto-electro ("Yo-Yo"), e che metaforizzassi il tutto per simboleggiare il mio disincanto verso una società che magari si straccia le mutande per emuli sciapotti (le CSS) e non si ricorda dei propri eroi" - concluse il paziente.
"Il disinganno verrebbe sostituito dal legame col passato, e io sarei guarito!" - continuò il paziente, visibilmente eccitato.
"Lei è davvero bravo" - disse il paziente.
Il dottore tacque. Si grattò il mento. Strabuzzò gli occhi. Dopodichè, con uno strattone violento, cercò di liberarsi dalla camicia di forza.
Carico i commenti... con calma