Pylon: "Hits". Mai titolo fu meno azzeccato per una raccolta di un gruppo meteora come la band Atheniense (Georgia) dei Pylon. Tra l'80 e l'89 sfornano soltanto due album e questa raccolta, poi il nulla (ci sarà poi un loro ritorno nel '90 ma non degno di nota).

Questa raccolta datata appunto '89 raccoglie in venti pezzi quasi tutte le loro composizioni. E che composizioni. Le prime parole che mi sovvengono ascoltando il pezzo d'apertura Beep sono "estraniante, tagliente, alternativo": La batteria scandisce un ritmo da metronomo, sopra questa partono astratti schizzi di chitarra imbizzarrita che sembra stia lì solo per caso. Il basso entra a testa bassa e compie il suo sporco lavoro, ma è la voce di Vanessa a colpire ed uccidere immediatamente l'ascoltatore. Come una bambina a cui siano state sottratte le caramelle, Vanessa è capace di grida ed urla che rendono il sound graffiante e incisivo e di sussurri capaci di dare un tocco psychedelic al tutto. Il tema portante delle canzone rimane sempre più o meno questo con qualche picco qua e là. La loro più famosa "Crazy"(coverizzata non a caso più avanti da M.Stipe&Co.), "Human Body" (un garage punk-rock trascinante come pochi), "Danger" (pezzo dub-underground dal ritmo obliquo e fascino incredibile) e diverse altre. Siccome i Pylon meritano più di un fugace ascolto invito tutti a liberare gli scaffali da questo disco impolverato e attorniato, a torto, da una terribile aura di Jella. Adieu

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