Proseguo l'ascolto delle sinfonie "minori" del grande compositore russo con la sua terza fatica, concepita contemporaneamente al primo dei suoi grandi balletti il: "Lago dei Cigni" e l'anno dopo la prima esecuzione del "Concerto per Piano n.1" che come molti sanno rappresenta uno dei vertici dell'Arte musicale d'ogni tempo. Siamo nel 1875 e quindi Tchaikowsky può dirsi affermato compositore, non solo a livello nazionale, ma anche europeo; ancora insoddisfatto del suo lavoro in ambito sinfonico decide allora di cimentarsi nuovamente con questo genere che vale la pena ricordare come al suo tempo era a netto appannaggio della sfera musicale tedesca, al pari o forse più di quanto la lirica lo fosse per quella italiana.

I compositori russi, in vero, con nutrito e formidabile gruppo avevano cercato di rompere l'egemonia, ma complessivamente c'erano riusciti solo per alcuni notevolissimi episodi prevalentemente imperniati sulla musica del folklore domestico. Anche in questo Tchaikowsky cerca di spingersi oltre con la sua fermezza nel voler superare i grandi tedeschi, cosa che non gli riuscirà neppure con questa terza puntata del suo encomiabile sforzo, il motivo a mio modestissimo parere è perché con le prime due sinfonie era rimasto troppo legato alla tradizione sinfonica russa ed in questo era stato di certo premiato dalle ovazioni pubbliche, mentre nella terza sinfonia s'appoggia troppo ai canoni tedeschi e finisce per non proporci nulla o quasi d'interessante, d'innovativo. Di certo non è del tutto negativa anzi, ci sono spunti specialmente nel terzo e forse ancor più quarto movimento d'originalità che a me piacciono assai più degli altri tre, è si perché in quest'ansia di variare i canoni tedeschi, Pietro pensa bene di articolare la sinfonia in 5 movimenti anzichè i classici 4.

Questa "ricaduta" nel modo di fare germanico fra l'altro gli costa anche parte della simpatia domestica; infatti alla prima esecuzione, sempre in quel di Mosca nel 1875 e sempre ad opera dell'amico Nicholas Rubinstein, il successo non gli arrise come nelle precedenti due occasioni ed addirittura a San Pietroburgo, sede imperiale e piazza decisamente più nazionalista si registrarono addirittura alcuni fischi........Insomma alla fine dei conti il compositore, rispetto ai suoi propositi, aveva fatto 2 passi avanti col Concerto ed il "Lago dei Cigni" ed uno indietro con la 3^ sinfonia.

Scendendo nel dettaglio il primo movimento è caratterizzato da un deciso contrasto fra l'apertura: una Marcia Funebre molto interessante con giusto equilibrio fra strumenti a corda e fiati che descrivono sommessamente la scena che si apre poi in maniera un po' confusa verso l'Allegro alla moda di Scumann con pregevoli preziosismi, tali comunque da far perdere il filo musicale del movimento senza comprendere dove voglia andare a parare l'autore che nel finale ritorna infatti al tema della marcia, adesso piuttosto trionfale con chiusura beethoveniana. Si va decisamente meglio passando al breve secondo movimento che inizia con pregevole pizzicato di contorno al dolce tema descritto dai fiati che s'atteggiano quasi subito allo sviluppo di una danza, tedesca tanto per rimanere "alla moda"! Di certo lo stesso Tchaikowsky comprese, al pari della critica, come questa fosse la parte meglio riuscita della sinfonia, tanto che la rimaneggiò per inserirla, una quindicina d'anni più tardi, nella sua opera matura dell'"Amleto".

Molto bello e tchaikowskiana è l'apertura del terzo movimento, un po' "patetica" con quella insistita descrizione del corno che lascia poi sfogo all'Andante Elegiaco, nel vero senso del termine, in sostanza uno "Scherzo" infarcito di colpi d'orchestra inseriti ad arte da Tchaikovsky prima di riprendere l'inconfondibile tema del corno: insomma per chi scrive la parte meglio riuscita della sinfonia assieme all'ottima introduzione del quarto movimento un'altro "Scherzo" assai vivace e mosso da inframmezzi degli ottoni che richiamano i temi migliori del compositore russo, il "dialogo fra fiati e strumenti a corda prosegue poi in maniera armonica con simpatici fraseggi ora degli uni ora degli altri. Insomma una parte centrale davvero pregevole e assai godibile che lascia "purtroppo" spazio al finale...........

Il quinto movimento è un "Allegro con Fuoco" o se preferite una "Polacca" che pur iniziando alla grande, con autorevolezza, poi si trascina, è proprio il caso di scriverlo, e finisce o meglio non finisce più, tanto che annoia un poco non soltanto chi scrive, ma anche gli (alquanto) critici contemporanei di Tchaikowsky. La mia modesta impressione è che l'autore, nell'ansia di voler chiudere "alla grande", si sia fatto decisamente prendere la mano, finendo così per "rovinare" un po' l'intero lavoro che oltre a ciò risente anche un po' di discontinuità fra le parti.

Concludo ribadendo la fonte dei miei ascolti nell'opera sinfonica omnia di Maazel alla direzione dell'Orchestra Filarmonica di Vienna, che acusticamente è davvero rimarchevole, a dispetto della longevità. Il giudizio non si discosta molto dalle precedenti sinfonie anche se, ai decimali, devo far rimarcare come vi sia un ulteriore passino avanti, tanto da poter arrotondare per eccesso.

Carico i commenti...  con calma