Dopo aver ascoltato band quali Wuthering Heights, Royal Hunt e Manticora, tutte provenienti dalla Danimarca ho cercato di approfondire maggiormente il metal di quella nazione sempre restando legato alle sonorità dei gruppi su citati. Così facendo mi sono imbattutto nei Pyramaze nati a Hjordkaer nel 2001 per opera del chitarrista Michael Kammeyer. A seguito si uniscono alla band anche Morten Sørensen, drummer dei connazionali Wuthering Heights e il bassista Niels Kvist. Il singer viene trovato nella pulitissima ugola di Lance King.

I Pyramaze fanno parte di quel nuovo filone del power/progressive caratterizzato dalla registrazione perfetta, chitarre possenti e in primo piano e le tastiere in sottofondo a rendere l'atmosfera più "fantascientifica". Io sono un "fanatico" di questo genere, cresciuto con band quali Blind Guardian, Iced Earth, Helloween, Gamma Ray, Fates Warning, Stratovarius (i primi). Eppure nonostante la mia vicinanza a questo tipo di musica sono consapevole dell'assoluto degrado in cui versa oggigiorno. Dopo "Nightfall in middle earth" le difficoltà si sono moltiplicate, forse per la  consapevolezza di non poter riuscire ad eguagliare un album di quella portata. I danesi, a metà strada tra Demons & Wizards, Iced Earth e Helloween, ripropongono nella loro formula un genere che tralasciando alcuni piccoli spunti interessanti può essere considerato defunto. Così, nel 2004 "Melancholy beast" vede la luce, anche se è più giusto affermare che fin dalla sua nascita è sempre vissuto tra luci e ombre. Il vero problema sta nell'apportare sostanziali modifiche al modo di suonare e proporre la musica: se si continua con la stessa solfa, le 4 o 5 canzoni degne non bastano a far galleggiare degli album, anche se probabilmente servono al salvataggio economico dei vari gruppi. In questo modo ci ritroveremo sempre e solo le solite proposte e la solita musica.

"Melancholy beas"t, al di là del suo valore intrinseco mi ha fatto pensare proprio a questo, che poi è probabilmente il problema più grave del power e dei generi affini. Nell'album di debutto dei Pyramaze si sente la perizia tecnica, in particolare per quanto riguarda la cura del suono e ciò garantisce una buona resa musicale. Probabilmente ci si aspetterebbe maggiore velocità d'esecuzione, ma il connubio melodia ed aggressività rende bene, soprattutto nella titletrack e nelle ottime "The journey", "Mighty abyss" e nella conclusiva "Power of imagination". Tutti buoni esempi di power/progressive moderno e ben suonato mentre le restanti, sebbene tutte ottimamente suonate non fanno registrare particolare spunti degni di nota. E questo è proprio uno dei problemi che caratterizzano ormai da più di 15 anni il genere: l'incapacità di riuscire a catturare l'attenzione perchè molte delle cose che si ascoltano sono in realtà già state ascoltate. Le idee vengono riciclate, riutilizzate e di conseguenza risultano meno solide di quelle di partenza. E' un po' un circolo vizioso. Si riuscirà mai a venirne fuori?

1. "Sleepy Hollow" (6:11)
2. "Forsaken Kingdom" (5:28)
3. "Melancholy Beast" (6:11)
4. "The Journey" (5:47)
5. "Until We Fade Away" (4:36)
6. "Legend" (7:11)
7. "Mighty Abyss" (8:04)
8. "The Nature Of Triumph" (0:50)
9. "Power Of Imagination" (6:29)

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