Il problema è che Beyond non è brutto. Insomma se hai passato l'intera giornata di Santo Stefano a giocarci e finirtelo tutto in un fiato non dev'essere un qualcosa di brutto o noioso tendenzialmente perchè è da molto che non ricordavi di passare cosi tanto tempo in un unica sessione davanti alla play. Ora, va bene che magari nei giorni successivi al santo Natale non è che ci sia poi cosi tanto da fare, questo è assodato ma, insomma, hai quella tua bella pila di giochi da completare sulla mensola, potevi passare la giornata a giocare con un qualsiasi gioco natalizio con i tuoi parenti o potevi farti una più salutare passeggiata per smaltire le mille calorie messe su tra cenone e pranzo natalizio. Ma no! Sei stato tutta la maledetta giornata a rivivere i ricordi di questa povera ragazza, Jodie, tormentata dal suo spirito Aiden.
Quindi diciamo che se hai perso tutto sto tempo dietro al suddetto titolo tale titolo non può essere per forza di cose brutto. Il problema di Beyond non sta nell'essere brutto o noioso. Il problema di Beyond è che non è un videogame. Ma andiamo con ordine
Beyond è la quarta produzione dei parigini Quantic Dream capitanati da David Cage, guru visionario dell'industria che insegue la sua visione ed estetica personale del medium videoludico tutta votata alla totale fusione del "giocato" con il "guardato", che mira a creare più che esperienze ludiche degl'intensissimi film da "pilotare" o con cui interagire.
Con la sua opera precedente Heavy Rain, anno di grazia 2010 aveva già centrato l'obiettivo, ma cui riprova tre anni dopo (in data diciamo odierna) mettendo da parte il canone del thriller psicologico che aveva tanto impreziosito la sua produzione precedente virando nettamente sul taglio paranormale/esistenziale.
Beyond in pratica è la storia della vita di una ragazza come tante - o meglio che vorrebbe essere come tante - ma suo malgrado è funestata dalla capacità di vivere in simbiosi con una presenza spiritica che controlla a piacere Aiden, permettendole cosi di spostare oggetti, possedere e soffocare persone, andare in posti in via del tutto spiritica a cui difficilmente avrebbe potuto avere accesso. L'intero plot si dirama a e ripercorre la storia di Jodie e Aiden in maniera non lineare, gettando il videogiocatore giusto a metà della vicenda e lasciando a lui l'onere di comprendere come si sia giunti in quel preciso punto con dei continui flashback e flashfoward che conducono a rivivere la storia sino a quel momento delineando poi in seguito gli eventi futuri.
Si ripercorre dunque l'infanzia di Jodie, il suo rapporto con i genitori, le sue turbe adolescenziali, il raggiungimento della maturità tipica dell'età adulta (sottolineato da una maggiore capacità di controllare le emozioni/o "controllare"Aiden)
L'amore di Cage per la sua opera si palesa nelle continue scene o nei continui "sketch" che si susseguono pedissequamente nell'illustrare gli istanti di vita di Jodie: in pratica il genio istrionico di Cage comprende che una vita è troppo lunga per parlare solo di paranormale o assassini in salsa thriller quindi decide di rendere l'opera molto più varia di quanto non fosse Heavy Rain: Beyond è un "pastichè" fra vari generi cinematografici dove ore ci si ritrova a vivere una scena/situazione da comedy, ora invece si ritrova in una scena che ricorda letteralmente un film di James Bond, ora l'opera assume le tinte da fantascienza.
Insomma la passione di Cage per il cinema c'è, ma basterà questo a fare un buon prodotto? In effetti tutta questa varietà rende il plot disorganico e in talune sequenze anche raffazzonato a volerla dire tutta. E' questo è un GROSSO problema, perchè se è vero che la trama nei videogiochi è letteralmente un pretesto nelle opere di Cage, bellissime da guardare, deve essere la pietanza principale. E se è reso insipido da scene-filler o comprimari profondi come una pozzanghera del titolo non resta molto a parte una superba prova attoriale di Ellen Page e William Dafoe.
Perchè dai, a parte la grafica spaccamascella e la curiosità di vedere fin dove può spingersi la tecnologia in grado di fornire una recitazione digitale cosi elevata non resta molto, resta un Heavy Rain che cerca di rimediare a suoi peccati di gioventù scimmiottando avventure grafiche e videogame action in maniera clamorosamente sbagliata(come in dragon's lair per intenderci)o un Cage che cerca di creare un enorme pastiche esistenziale-cinematografico - quasi una sorta di tributo feticcio dedicato alla capacità recitativa di Ellen Page.
Che ad un tratto diventa anche un pochetto brutto e un tantinello noioso
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