Cresciuto musicalmente a pane e Freddie Mercury, non potei non rimanere perplesso, come tutti i fan dei Queen, di fronte alle notizie che, qualche anno fa, volevano Brian May e Roger Taylor impegnati in una collaborazione col cantante Paul Rodgers. Inizialmente questa prevedeva un tour mondiale durante il quale avebbero riproposto i più grandi successi dei Queen. Nulla di nuovo, insomma, soltanto un'operazione puramente commerciale per tornare a sfruttare il nome della band inglese. Finito il tour, la collaborazione continua e, questa volta, prevede la realizzazione di un album di inediti. La situazione allora è diversa, Brian e Roger si rimettono in gioco dopo quasi 15 anni di silenzio discografico e tornano a comporre canzoni, utilizzando quel nome che essi stessi avevano contribuito per quasi 30 anni a creare, affiancato a quello di grande cantante come Paul Rodgers.
Il risultato è questo "The Cosmos Rocks", che, dopo averlo comprato ed ascoltato, posso dire mi abbia profondamente deluso. Quattordici brani totali e, tra questi, quelli a mio giudizio veramente buoni si possono contare sulle dita di una mano.
Eppure l'inzio promette davvero bene, con l'ottimo rock di "Cosmos Rockin'". Si tornano a sentire i riff della Red Special di Brian, la perfetta ritmica di Taylor e, su questi, la voce ottima (ma guai a fare paragoni con Mercury) di Rodgers. Ma l'incanto svanisce di colpo. Quelli che seguono sono brani troppo spesso lenti, fondamentalmente scarichi e troppo auto-celebrativi (la voce distorta all'inzio dell'album uguale a quella che apriva il brano "One Vision", il battito delle mani copiato da "We Will Rock You" e incollato nella sezione centrale di "Still Burnin'", l'eco alla fine del ritornello di "We Believe" che ricorda tanto (troppo) quello alla fine "Mother Love").
Segnali positivi si hanno dall'hard rock in pieno stile Queen di "Warboys", da "We Believe", con un'ottima interpretazione di Rodgers (forse la migliore dell'album), da "Through The Night" e le bellissime linee di chitarra di May e da "Say It's Not True" che vede il ritorno del chitarrista e del batterista anche alla voce. Delusione totale il primo singolo "C-lebrity", secondo me parecchio banale. Troppo poco per questi tre (grandi) musicisti impegnati nel riportare in alto un nome importante come quello dei Queen. Ci voleva, a mio giudizio, una maggiore voglia di rischiare e di staccarsi dal, sì glorioso, ma comunque passato della band.
Ora andrò a vederli dal vivo a Roma, sperando che almeno in quell'ambito possano tornare ai loro livelli.
Carico i commenti... con calma